Barba di becco

Caratteristiche della pianta

Tragopogon pratensis L. è il nome botanico della comune barba di becco, così chiamato dagli antichi greci, da Dioscoride per la precisione, data la somiglianza del suo pappo (appendice piumosa del frutto) alla barba di un caprone.

È una pianta erbacea biennale della famiglia delle composite, non presenta peli ed è poco ramificata. Il suo fusto striato, che si erge diritto nonostante all’interno sia cavo, presenta degli ispessimenti negli internodi, che gli permettono la postura eretta. Se vengono recisi, dagli steli fuoriesce un lattice biancastro, che però diventa subito scuro, macchiando considerevolmente la pelle di chi opera la raccolta.

Le foglie sono lanceolate a margine intero e sessili. Ciò vuol dire che partono direttamente dal fusto, senza picciolo, e a volte avvolgono il fusto stesso. Quelle superiori sono nettamente più corte di quella inferiori.

Facendo parte delle composite, presenta dei capolini solitari alla fine del peduncolo floreale.

Fiori veri e propri sono gialli, ligulati (ogni singolo petalo è un fiore), posti a circolo attorno alle antere centrali, identificabili anche per una striscia più scura. Il calice è formato da 8 sepali terminanti a punta, che sono leggermente più corti dei fiori ligulati, ma sembrano diffondersi come in raggi oltre i fiori.

Caratteristica dei fiori è che sono aperti dall’alba fino a mezzogiorno, e poi si chiudono. Per questo è noto anche con il nome di “fiore di mezzogiorno” (Jack-go-to-bed-at-noon in Gran Bretagna e negli States).

La radice fittonante risulta essere piuttosto grossa e legnosa, attorniata da fitta maglia di radici secondarie. La colorazione è bianca sia all’interno che all’esterno.

Il frutto è un achenio con pappo piumoso,da cui come detto prende il nome.

Pianta e fiore della Barba di becco

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Coltivazione e raccolta

Pianta e radici Vive bene nelle zone fredde come quelle dell’Europa dell’est e dell’Asia, da dove ha luogo la sua origine. Si è ben adattata in tutta l’Europa fredda, e in Italia la possiamo trovare per lo al nord dove vi sono temperature più rigide. È invece assente nelle isole.

Importata negli Stati Uniti, anche qui non ha avuto difficoltà a metter radici e a prolificare come erba infestante tanto che è facile da trovare nei campi incolti.

L’importante che il terreno non sia totalmente argilloso o sassoso, altrimenti si avranno scarse possibilità di successo di crescita. Non c’è bisogno di concimarla, ma se si vuole, si possono usare, calce, cenere e perfosfati senza problemi. Più utile un fungicida contro la comparsa di funghi che si possono sviluppare per il fresco e l’umido. Anche per questo le annaffiature devono essere rare: una volta ogni 2 settimane.

La propagazione può avvenire per seme, ma con scarse possibilità. Bisogna tenere costantemente umido il terreno dalla semina fino alla comparsa della piantina.

Le radici possono essere raccolte ad ottobre ma devono poi essere immagazzinate in luogo asciutto; oppure le si possono lasciare interrate fino a poco prima dell’inizio della primavera, prima della ripresa vegetativa: in questo caso verranno lavorate subito dopo la loro raccolta.

I fiori si raccolgono a maggio – giugno, ovvero poco prima della fioritura o appena fioriti.

Non è descritta alcuna tecnica particolare per la loro raccolta. Si recide semplicemente il capolino con un paio di forbici. Mentre per le radici, poco ancorate, vengono via dal terreno con un semplice, ma deciso strappo verticale con le mani; non bisogna essere troppo bruschi o energici altrimenti si rischia che si spezzi una parte del fusto (e allora possiamo riprovare a tirare ciò che è rimasto), oppure si rischia di troncare la radice, lasciandone una parte interrata, e quindi deprezzandone la qualità.


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Proprietà e uso nella storia

In epoca medievale, la barba di capra aveva una certa notorietà come pianta medicinale, anche se poi è caduta in disuso.

Sembra che fosse conosciuta e usata anche nell’antica Roma, visto che in un dipinto ritrovato a Pompei, si può scorgere il disegno della sua radice.

A tutt’oggi è maggiore il suo utilizzo culinario che fitoterapico.

I principali costituenti sono l’inulina, l’inositolo e il mannitolo, che conferiscono un sapore dolciastro tanto che viene utilizzata anche in cucina.

Altro importante componente sono i fitosteroli, una serie di steroli vegetali che inibiscono l’assorbimento del colesterolo.

Sono presenti polifenoli, molti composti fenolici, tra i quali due con attività, l'acido caftarico e cicorico, responsabili tra l’altro della leggera nota amara percepibile prima del grande accumulo di zuccheri.


Barba di becco: Benefici e avvertenze

Il decotto di radici può essere usato come calmante per la tosse e più in genere per le affezioni delle vie respiratorie.

Effetto ipocolesterimizzante

La presenza dei fitosteroli conferisce una limitata azione di riduzione del livello di colesterolo nel sangue.

Effetto colagogo

Il succo fresco della giovane pianta induce al rilascio di bile da parte di fegato e cistifellea, in modo che vi sia una miglior digestione dei grassi.

Effetto stomachico

L’infuso di radici viene usato per neutralizzare i bruciori di stomaco e la perdita di appetito.

Effetto diuretico

L’acqua di decozione di radici, fiori e foglie, che prima sono state pestate e triturate, viene filtra e miscelata con dell’olio per ottenerne un composto per i casi disperati di stranguria ovvero nella difficoltà di urinare. Riesce a far eliminare la renella ed anche i piccoli calcoli renali.

L’infuso di petali per uso topico, schiarisce la pelle e le efelidi.

In cucina invece si può cucinare la sua radice lessa, fritta in pastella o grigliata. Ha un sapore gradevole, simile alle noci; i suoi germogli e foglie sono ottime verdure consumate generalmente insieme ad altre verdure.

Controindicazioni

Non vi sono particolari controindicazioni.

Avvertenze

È bene rivolgersi al proprio medico o all’erborista di fiducia prima di assumere qualunque preparato fitoterapico o erboristico per conto proprio.


  • barba di becco E’ una pianta con un ciclo biennale e questo significa che un anno sviluppa solo le foglie mentre l’anno successivo, com
    visita : barba di becco

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