Cistite

La cistite è un'infiammazione delle vie urinarie, estremamente diffusa, tanto da essere seconda solo alle infezioni respiratorie (classici raffreddori e le forme influenzali).

La cistite colpisce sia gli adulti, che i bambini e gli anziani. In età fertile i soggetti maggiormente colpiti sono le donne. Durante la prima infanzia e la terza età invece non ci sono grosse differenze epidemiologiche tra i due sessi. Infatti l'immaturità delle vie urinarie infantili e l'aumento di patologie prostatiche nell'anziano rendono la probabilità di sviluppare cistiti simile tra maschi e femmine. Si calcola che circa il 25% delle donne adulte soffre di cistite almeno una volta l'anno. In particolare, l'incidenza aumenta con l'età: è molto bassa fino ai 20 anni, dipende dall'elevata frequenza dell'attività sessuale e con le gravidanze aumenta fino a dopo la menopausa. E’ stato dimostrato che la recidiva nella cistite aumenta quanto più sono sati i casi in passato, ... continua


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        prosegui ... , mentre diminuisce tanto più lungo è stato l'intervallo tra una cistite e l'altra. I fattori di rischio della cistite nella donna possono essere vari: l'età, la stitichezza, l'uso del diaframma e delle creme spermicide, i rapporti sessuali (che favoriscono il passaggio di batteri patogeni nella vagina, poi nell'uretra ed infine nella vescica). I fattori di rischio per l'uomo sono spesso riconducibili a ipertrofia o a stati infiammatori della prostata.

        I sintomi di questa patologia variano da individuo a individuo. Quelli più frequenti sono: disuria (difficoltà ad urinare), stranguria (dolore alla minzione), tenesmo (sensazione di vescica pesante e di dover urinare anche subito dopo la minzione), ematuria (presenza di sangue nelle urine). Sintomi meno comuni sono: diarrea, dolori alle gambe, nausea, febbre, spossatezza.Le cause della cistite possono essere diverse e le più frequenti sono dovute a virus, batteri o funghi. In questo caso si ha un’infezione delle vie urinarie e si parla di cause infettive. Poi vi sono le cause infiammatorie, dove i batteri sono assenti e la cistite non è provocata da microrganismi patogeni, ma da fattori irritanti per le vie urinarie: eccessiva acidità delle urine, cibi o bevande irritanti, ossalati e cristalli nelle urine (che graffiano le pareti della vescica e dell'uretra), ecc.

        Vi sono poi casi in cui vi è una presenza massiccia di batteri nelle urine ma è assente qualsiasi forma infiammatoria. In questo caso non vi è cistite in senso stretto ma più correttamente batteriuria asintomatica, ovvero di presenza nelle urine di batteri inoffensivi, non in grado di scatenare danni vescicali, e che pertanto non devono essere trattati se non in rari casi.

        Vi sono poi delle patologie che erroneamente vengono classificate e curate come cistite, ma che, non essendolo, non guariscono con le terapie tradizionali. Di quest'ultima categoria fanno parte la vestibolite vulvare, la neuropatia pelvica, la nevralgia del pudendo, la contrattura della muscolatura pelvica, il dolore pelvico cronico, la cistite interstiziale. Sembrerà incredibile, ma la maggior parte delle “cistiti” appartiene proprio a quest'ultima categoria. In questi casi la vescica e le urine non hanno alcun problema. Spesso la diagnosi di cistite per queste patologie fa sì che la persona venga sottoposta a continue ed inutili terapie antibiotiche, alla cronicizzazione di un problema che se fosse riconosciuto subito si risolverebbe in tempi minori.

        Se una zona è colpita da infiammazione sviluppa nuove fibre nervose, che sono più sensibili a rilevare le sensazioni di dolore, caldo, freddo, acido. Di conseguenza anche un minimo stimolo viene amplificato e ciò che in una donna con vescica non irritata non fa male, in chi è affetto da cistite recidivante provoca dolore e diventano irritanti elementi e situazioni che normalmente non lo sarebbero: un cibo acido, gli alcolici, le bevande gassate, il freddo, l'urina concentrata, una bassissima carica batterica. E' per questa ragione che anche in assenza di batteri si possono avere gli stessi sintomi di una infezione delle vie urinarie.Si consiglia a chi soffre di cistite di urinare spesso, per evitare che i batteri si possano sviluppare ulteriormente, e di bere molta acqua, 1,5 – 2 litri al giorno. E’stato dimostrato avere buone capacità antibatteriche e depurative il succo di mirtillo rosso americano. Poi vi è la terapia antibiotica, che deve essere prescritta dal proprio medico, il quale potrebbe chiedere di eseguire urinocoltura del mitto intermedio con eventuale antibiogramma per la scelta del più appropriato farmaco antibatterico. Privi di sperimentazione clinica sono altri rimedi che secondo alcuni sono efficaci, come le tisane di malva, equiseto e gramigna, i fermenti lattici orali e vaginali (che ripristinare l'equilibrio della flora batterica persa sia a livello vaginale che intestinale), l'uso di un lubrificante vaginale specifico per ridurre la secchezza vaginale, il magnesio per ridurre lo spasmo muscolare causa di molte cistiti. La terapia antibiotica tradizionale ha un approccio fondamentalmente demolitivo e si basa sulla distruzione dei batteri presenti in vescica ed in vagina; tuttavia come distrugge i patogeni, così distrugge i batteri buoni e varie cellule del nostro corpo. Un approccio più efficace deve invece essere ricostruttivo e puntare su tutti gli aspetti del circolo vizioso ormai instaurato.

        Vi sono alcuni accorgimenti che possono essere seguiti per prevenire l’insorgenza della cistite, quali ad esempio bere molta acqua (almeno 1,5 litri al giorno), urinare di frequente, usare vestiti comodi, fare la doccia e non il bagno, usare biancheria di cotone di colore bianco, fare uso attento e scrupoloso di detergenti intimi, non usare il diaframma, creme spermicide ed eliminare le terapie estro-progestiniche (come pillola, cerotto, spirale, anello etc), preferendo metodi naturali come il profilattico e il metodo sintotermico, ridurre il consumo di caffè, tè, bevande alcoliche, cibi speziati, non utilizzare salvaslip o assorbenti sintetici. Bisogna inoltre provare a rilassare la muscolatura contratta, attraverso l’assunzione di farmaci miorilassanti e/o con approcci naturali come lo yoga, gli esercizi di Kegel-reverse (che aumentano i tempi di rilassamento e diminuiscono quelli di contrazione), il calore e i massaggi intravaginali. Altro accorgimento per le donne è l’eliminazione di perizoma, pantaloni stretti o con cavallo aderente che sfregano e schiacciano le mucose.