Testa e psiche

Il campo che riguarda la psiche e la psicologia, insomma la testa in generale, potrebbe sembrare aldilà della portata dell’erboristeria. La qualcosa è veritiera se ci si limita a prendere in considerazione solamente le patologie più gravi, quelle che vengono subito in mente quando si parla di cervello: Alzheimer, schizofrenia, disturbi bipolari. Sono delle vere e proprie malattie; grattacapi anche per i medici pluri specializzati e che almeno fino ad oggi non si è in grado di curare con l’utilizzo della fitoterapia. E bisogna stare ben lontani da chi dichiara il contrario.

Se invece prendiamo in considerazione gli acciacchi quotidiani che possono colpire la testa, quelli di tutti i giorni, come ad esempio il classico mal di testa, allora sì che si può intervenire con l’ausilio delle piante o dei loro estratti. Prendendo in esame l’esempio sopra citato, ... continua


Articoli su : Testa e psiche


ordina per:  pertinenza   alfabetico   data  
    • Ansia

      Ansia Uno sporadico stato ansioso, legato ad un periodo di particolare stress, difficoltà o paura viene sp
    • Astenia

      Astenia Scopri tutte le possibili cause dell'astenia e come intervenire con rimedi naturali.
    • Attacchi di panico

      Attacchi di panico Scopri i sintomi e le cause degli attacchi di panico, con suggerimenti per vincere il problema e risolvere l'insorgere degli episodi
    ordina per:  pertinenza   alfabetico   data  
      prosegui ... , è ormai accertato che l’estratto di luppolo è un toccasana. Che sia estratto secco o diluito, o un macerato, meglio non alcolico, ha sempre al capacità di farci passare quelle fastidiose pulsazioni alle tempi o “le esplosioni” continue. A margine di ciò aggiungiamo anche un consiglio: evitate di prendere l’estratto di luppolo semplicemente diluito in quanto in quanto è estremamente amaro; meglio aggiungerci qualche cucchiaino di zucchero o miele.

      Nel caso sopra citato, abbiamo trattato il mal di testa “a testa bassa”, ovvero siamo andati direttamente su una pianta che fa passare il dolore, ma che non è antidolorifica, senza però pensare a perché ci è venuto il mal di testa. Infatti a seconda della fonte del nostro problema, si può intervenire in maniera diversa, più mirata e precisa. Cosi per le nevralgie, ovvero i dolori di testa che partono dalla base della testa per irradiarsi poi tutto al di sopra, spesso si interviene con le pianta rilassanti come la melissa o la valeriana. Le nevralgie sono spesso dovute alle tensioni muscolari e nervose, e quindi intervenendo su questi centri si riesce a liberarsi non solo del dolore di testa ma alle volte anche della sua causa.Come detto sono piante rilassanti e come tali il loro primario utilizzo è quello nel rilassare l’organismo o con un effetto sul sistema nervoso o su quello muscolare. Sembra un controsenso prendere una tisana o un infuso che più si addice a questi sistemi per lenire problemi “psicologici”. In realtà rilassando i muscoli, che magari sono stati sollecitati per tutta la giornata “correndo a destra e a manca” e diminuendo l’eccitazione dei neuroni, salita a mille a causa dei ritmi frenetici della vita moderna, si riesce a riportare l’intero organismo e quindi anche la testa e la mente in una stato di equilibrio, di rilassatezza, che come conseguenza porta alla sparizione del sintomo iniziale, il mal di testa.

      Per ottemperare a ciò è possibile assumere miscele di diverse piante o erbe sotto forma di tisane o infusi, ma anche, e tale procedimento è sicuramente più indicato e maggiormente gradito, con dei bagni o docce calde nei quali vengono dispersi degli oli essenziali. Con il vapore dell’acqua calda, si miscelano ed evaporano anche questi oli aromatici, che poi verranno inspirati. Non c’è niente da temere in quanto vengono talmente diluiti e nebulizzati che non causano nessun problema respiratorio. Inoltre la loro azione rilassante viene potenziata dalla semplice acqua calda, in tal senso il bagno è più benefico della doccia, in quanto si sta seduti e per un periodo più lungo, ma bisogna evitare che l’acqua si raffreddi.

      Se si è abituati a fare anche un semplice bagno caldo alla sera, prima di andare a letto, si sarà notato che questo rilassamento concilia anche il sonno.

      Non a caso, con l’utilizzo delle piante possiamo anche indurre stati di sonnolenza o migliorarne la qualità. Far passare “i nervi” è già un primo, importante, passo verso un sonno migliore, non agitato. La mente dimentica i problemi della giornata e si concentra sul riposo. Alle volte però ciò non basta. Si può essere rilassati quanto si vuole ma il sonno tarda a venire e ci si gira e rigira nel letto, alla ricerca della posizione migliore che non arriva mai o nel contare le pecore. In questi casi una semplice tisana o compressa a base di valeriana o di camomilla, ma anche di melissa o biancospino, tornano utili. Sono piante che oltre a placare il sistema nervoso, come già detto, hanno anche un leggero potere soporifero, che ci dà la spinta verso le braccia di Morfeo.

      Livelli più bassi di questo tipo di erbe, possono essere utili nello smorzare la tensione dovuta per esempio ad esami importanti, colloqui di lavoro. Sostituendo ampiamente e magnificamente qualsiasi altro ansiolitico di sintesi.Caso diverso quello in cui non abbiamo difficoltà a prendere sonno, ma rimanere addormentati o svegliarci troppo presto (senza che ce ne sia motivo). In questo caso la responsabilità è dei livelli di melatonia, una sostanza che regola i nostri bioritmi di veglia e sonno. La melatonia infatti aumenta intono alle 22:00, raggiunge il suo massimo attorno alle 2:00 o 3:00 del mattino, per poi iniziare a diminuire gradatamente ma inesorabilmente fino al nostro risveglio. Alterazione di questo ritmo porta per l’appunto a svegliarci nel bel mezzo della notte e a non riuscire ad addormentarci. È anche la causa del famoso effetto Jet-leg, che si ha dopo le trasvolate transcontinentali. In questo caso il nostro organismo subisce uno sfasamento: per lui è notte ma noi vediamo che è giorno e abbiamo comunque sonno. Oppure il contrario, allora non riusciamo a dormire la notte. In questi casi basta semplicemente variare artificialmente la concentrazione di melanina, semplicemente prendendo una o due tavolette poco prima di andare a dormire. Cosi facendo aumentiamo la dose di questa molecola e il nostro organismo avrà bisogno di più tempo per smaltirla, di conseguenza aumenterà il tempo di sonno.

      Non bisogna però credere che sia miracolosa. La sua capacità di adattamento sia aggira attorno alle 2 ore. Ciò vuol dire che se si riesce a dormire solo due o tre ore a notte, la melatonia può riuscire a procurare al massimo cinque ore di sonno, e non in tutte le persone. Se l’alterazione del sonno è molto accentuata, allora è il caso di ricorrere ad un medico, che ne individui la causa.