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Numerosi studi e correnti di pensiero diverse si sono occupati degli acidi grassi saturi. Molti sono quelli che hanno posto questi composti al centro di inchieste negative e li hanno identificati come le cause o le concause di molte malattie che possono svilupparsi nell’uomo. Oggi giorno, le posizioni a proposito di questi composti sono meno negative e per questo motivo è bene capire cosa sono gli acidi grassi insaturi e quali sono i loro effetti sull’organismo. Le posizioni a proposito degli acidi grassi saturi sono estremamente nette e in opposizioni: fino a poco tempo fa questi grassi erano considerati come la causa delle malattie cardiovascolari, secondo altri studi, i grassi monoinsaturi e polinsaturi hanno invece degli effetti benefici e protettivi. Insomma, ciò che è chiaro è che è bene tenere sotto osservazione la propria alimentazione perché è dalla dieta che si assorbono tali composti. In linea di massimi, gli esperti consigliano di organizzare il proprio regime alimentare stando attenti alla percentuale di acidi grassi saturi e insaturi assunti. Il consiglio fondamentale è che non più del 7-10% delle calorie al giorno devono derivare dai grassi saturi.
Gli esperti consigliano, dunque, di variare la propria dieta e di limitare gi alimenti troppo ricchi di grassi saturi. Quelli che ne contengono maggiore quantità sono le carni rosse, latte, panna burro e formaggi, gli insaccati, la frittura, alcune bevande quali cola o succhi di frutta. A questo ricco elenco è possibile sostituire molti altri alimenti come carni bianche , molta verdura e frutta, il pesce, lo yogurt, pane, pasta e cereali. Non bisogna assolutamente eliminare completamente gli alimenti ricchi di grassi saturi ma quantomeno limitarne il consumo in favore di altri più sani. Da quanto si può osservare, la maggio quantità di questi grassi tanto demonizzati si trovano all’interno di latticini, nella carne e nei grassi animali. E per molto tempo si è voluto sostituire a questi alimenti degli altri di origine vegetale, come ad esempio, il burro alla margarina, con risultati nulli quanto inutili. Non bisogna eliminare i grassi saturi dalla propria dieta ma soltanto limitarne la presenza.
Gli acidi grassi saturi sono visti con diffidenza dagli esperti ed è per questo che si consiglia di limitarne la quantità nella propria dieta. Le cause principali sono collegata alla presunta incidenza di tumori e malattie cardiovascolari in pazienti che conducevano uno stile di vita sedentario e con una dieta ricca di alimenti caratterizzati da grassi saturi. Tra la categoria di acidi grassi saturi, però, occorre fare delle differenze che si basano sulla tipologia di catena dalla quale sono caratterizzati. L’olio di cocco, ad esempio, è un alimento contenente grassi saturi. Ma la catena di questi composti è media. Ciò significa che è un alimento di facile assorbimento rispetto agli alimenti a catena lunga. La presenza e l’assenza di altri composti fa si che l’olio di cocco non incida troppo negativamente sulla salute dell’individuo e in particolare sul colesterolo. La presenza di acidi grassi saturi a catena lunga, media o corta o di acidi grassi insaturi è responsabile anche dello stato dell’alimento. Quando sono presenti grassi saturi a catena media o corta, l’alimento si presenta allo stato fluido a temperatura ambiente, mentre se vi sono grassi saturi a catena lunga, l’alimento è più solido. Se, ancora, un alimento è caratterizzato da una maggiore presenta di acidi grassi insaturi esso risulta più liquido. Non a casa l’industria alimentare utilizza degli espedienti chimici per rendere più “presentabili”alcuni alimenti. Attraverso il processo di idrogenazione si può ottenere un prodotto dalla consistenza semisolida utilizzando alimenti con grassi insaturi. Tuttavia questo processo chimico conduce alla formazione dei cosiddetti grassi idrogenati, ovvero una forma modificata degli acidi grassi insaturi estremamente dannosi per la salute. Questi prodotti possono arrecare, a lungo andare, gravi danni all’organismo per cui è utile verificare sulle etichette che non vi sia questo tipo di grassi. In genere, ogni azienda è tenuta a riportare sulle etichette la presenza eventuale di questi composti in modo che chi è a conoscenza dei danni che arrecano li evita.
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