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Esistono diversi tipi di capsule. Il primo tipo ha una composizione molle, mentre il secondo è rigido. Le capsule molli sono anche denominate opercoli e sono un unico corpo, per l’appunto molle, con all’interno del liquido che rappresenta il medicinale che si deve ingerire. Questi tipi di capsule non possono essere aperte in quanto sono prodotte per intero. Il secondo tipo, invece, è la capsula rigida, caratterizzata da un corpo solido diviso, generalmente, in due parti apribili. All’interno è contenuta la sostanza da ingerire, che è generalmente costituita da polvere. Nel caso delle capsule farmaceutiche, il medicinale contenuto è, chiaramente sintetizzato in laboratorio, mentre per quanto riguarda quelle erboristiche, la polvere in esse contenute sono, nella più parte dei casi, degli estratti naturali come foglie, radici, e altre parti della pianta, raccolte fresche, ma lasciate essiccare e poi ridotte in polvere. Certo, non è da escludere la presenza di capsule erboristiche di tipo morbido.
Quando si acquista in erboristeria un flacone di capsule di qualsiasi tipo esse siano, purché caratterizzate dalla presenza di principi attivi di tipo naturale, bisogna fare attenzione ad una sigla riportata sull’etichetta. Generalmente la dicitura presente sulla confezione è “Estratto standardizzato e titolato di …(nome erba utilizzata)”. Al posto dei puntini deve essere indicata la pianta utilizzata e la sua parte, ovvero foglie, radici e così via. Per standardizzato s’intende che l’estratto deve essere privo di tracce di pesticidi o altri prodotti chimici. La dicitura, dunque, è garante della purezza dell’estratto. La titolazione, invece, è la quantità di estratto utilizzato, la cui percentuale è stabilita dalle Farmocopee Ufficiali.
Le capsule possono essere utilizzate per diversi motivi. Quelle di tipo farmaceutico sono delle vere e proprie medicine, sintetizzate in laboratorio e con un raggio d’azione più ampio. Le capsule erboristiche, invece, sono dei rimedi più leggeri dato che sono caratterizzati dalla presenza di sostanze completamente naturali. Esse non sono utilizzate come dei veri e propri medicinali, ma piuttosto come dei rimedi che possono prevenire l’insorgere di problemi oppure ridurli e risolverli, ma soltanto dopo molte somministrazioni nel tempo. Le capsule di tipo erboristico vengono impiegate generalmente per risolvere disturbi momentanei come emicranie, dolori mestruali, problemi di digestione e infiammazioni non gravi, piuttosto che problemi di insonnia e di stress o stanchezza. Non mancano, anche, le capsule che hanno una funzione puramente estetica e che possono contribuire a ridurre problemi di ritenzione idrica, cellulite o chili in eccesso.
È molto semplice assumere delle capsule, anche se non tutti gradiscono farlo. Prima di tutto la semplicità sta anche nella grandezza della capsula in questione. Ve ne sono di diverse dimensioni e spesso, quelle più grandi fanno un po’ fatica ad essere mandate giù, per questo motivo ci si aiuta con dell’acqua. Dunque, la prima cosa da fare è mettere la capsula sulla lingua e con dell’acqua mandarla giù. Chi proprio non riesce a fare questo semplice movimento può aprire la capsula, ammesso che si tratti del tipo rigido e apribile, e assumere così solo la polverina in essa contenuta. Per quanto riguarda quantità e tempi di somministrazione, è importante consultare il proprio medico oppure chiedere consiglio all’erborista presso cui si è effettuato l’acquisto. È molto importante non eccedere con le quantità altrimenti si rischia di ottenere l’effetto contrario e l’insorgere di effetti collaterali.
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