Anoressia

anoressia

L'anoressia è un disturbo alimentare sempre più diffuso nel mondo Occidentale, non solo tra le femmine ma anche tra gli individui di sesso maschile. Essa può manifestarsi in individui di età molto diverse ed è sintomo di un disagio psicologico che si riversa nel rapporto con il cibo. L'anoressia provoca il rifiuto del cibo e la volontà di non alimentarsi, spingendo chi ne è affetto a mettere a rischio la propria salute e andare perfino incontro alla morte. Dal punto di vista alimentare, la malattia si manifesta attraverso il rifiuto del cibo e il controllo ossessivo delle quantità di cibo ingerite e delle calorie. L'anoressia può venire definita come malattia alimentare, ma occorre tenere presente che alla base vi è un profondo malessere psicologico e che la malattia non potrà venire sconfitta se non andando ad agire su di esso. I malati di anoressia si focalizzano, molto spesso, sul proprio peso, desiderando raggiungere un peso sempre inferiore rispetto a quello ottenuto e spostando il limite ogni volta in modo più estremo, fino a provocare a se stessi gravi forme di denutrizione, invalidanti e in grado di provocare danni anche irreversibili. Dall'anoressia è possibile guarire, tuttavia più la carenza o assenza di cibo viene protratta a lungo nel tempo e più saranno i danni a lungo termine provocati all'organismo difficili o impossibili da risolvere. La guarigione avviene tramite supporto medico, sia dal punto di vista fisiologico che psicologico.
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Sintomi dell'anoressia

Anoressia Il primo sintomo evidente dell'anoressia consiste nella perdita di peso, che si fa sempre più evidente, accompagnato dal rifiuto di ingerire il cibo. Il paziente affetto da anoressia, se controllato o forzato a mangiare, può mettere in atto diversi stratagemmi per poter evitare di ingerire il cibo, cercando di eludere le occasioni di condivisione dei momenti del pasto. Con il passare del tempo, l'anoressia manifesta sintomi collaterali sempre più gravi: la perdita di peso si può accompagnare a disturbi di vario tipo, dalla perdita di lucentezza di pelle, unghie e capelli, alla crescita di una peluria chiara e più fitta su tutto il corpo, compreso il viso. Conseguenze della malattia, inoltre, sono l'indebolimento generale e la perdita di massa muscolare, l'osteoporosi e, nelle donne in età fertile, si genera l'amenorrea, che può portare alla perdita irreversibile della fertilità. L'anoressia può portare a frequenti crampi muscolari e svenimenti. La malattia si manifesta anche con disagi di tipo psicologico che vengono acuiti dalla condizione di sofferenza fisica, come nervosismo, depressione, stress, insonnia.

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Origine psicologica dell'anoressia

L'anoressia è un disturbo che ha manifestazioni fisiche evidenti, ma che in primis ha origine psicologica e come tale deve essere affrontata. Alla base del disturbi si ritiene spesso che vi sia la volontà di dimagrire per vedersi migliori dal punto di vista fisico e per questo si accusano modelli sociali che tendono ad esaltare la magrezza come un valore: tale fattore può essere influente, ma non occorre dimenticare che il profondo disagio che caratterizza l'anoressia ha radici profonde ed è fondamentale indagare le ragioni che portano alla non accettazione di sé, per poter trattare il problema in modo efficace. Molto spesso, i pazienti anoressici sono pazienti non collaborativi, che rifiutano le cure e le terapie: questo rende ancora più difficile il recupero dalla malattia, che costituisce un problema estremamente complesso, tanto da poter provocare ricadute e ritorni ad abitudini dannose per la salute anche a distanza di molti anni dal recupero di un regime alimentare corretto, soprattutto in periodi della vita emotivamente difficili da affrontare. Molto spesso, la risoluzione dal punto di vista delle abitudini alimentari non significa una completa guarigione, pertanto si tratta di un disturbo da tenere sotto controllo, molto spesso, per tutta la vita.


Anoressia: Conseguenze dell'anoressia

L'anoressia provoca conseguenza dannose per l'organismo con aumento progressivo della gravità: l'assenza di cibo porta al lento deterioramento di ogni tessuto del corpo, con effetti diversificati nel tempo anche a seconda dell'età del paziente colpito. Se la malattia si manifesta in età adolescenziale, essa può provocare dei danni a lungo termine e pregiudicare il corretto sviluppo corporeo; in ogni fascia di età le conseguenze sono tanto più gravi quanto le restrizioni alimentari sono accentuate e protratte nel tempo. A risentirne, come visto, sono tutti gli organi e ogni parte dell'organismo: i primi sintomi possono limitarsi ad un aspetto affaticato e sciupato, con capelli e unghie deboli e con pelle spenta, mentre con il passare del tempo la perdita della massa grassa si accompagna a quella della massa muscolare, dando un aspetto sempre più sofferente e provato al corpo, che in assenza di nutrimento si autoconsuma divenendo sempre più fragile e facilmente attaccato da qualsiasi altro tipo di malattia, in grado di aggravare ulteriormente il problema.



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