Ginestra - Cytisus scoparius

Caratteristiche della pianta

La ginestra è stata classificata come Cytius scoparius in riferimento all’uso tradizionale che si faceva dei rami di questo arbusto, ovvero quello di essere legati assieme e di essere utilizzati come scopa. Un impiego che veniva fatto soprattutto per la pulizia dei camini, tanto che la pianta è conosciuta anche con il nome di ginestra dei carbonai. Altri sinonimi attribuitigli lungo tutta la penisola italica sono scannabecco, ciantagalletti, scua, scopiglio, fringo e sciuri allegru.

Anche nelle principali lingue straniere ricorre il nome di scopa, a dimostrazione che ovunque in Europa è sempre stata usata per ramazzare pavimenti o comignoli. In inglese è detta broom, in francese genet a balais, in tedesco gemeiner besengister e hiniesta de escobas in spagnolo.

La ginestra è una pianta arbustiva cespugliosa, che può avere un portamento eretto o ascendente. Solitamente non supera i due metri di altezza e solo in circostanze molto favorevoli arriva ai tre.

I rami sono angolosi, glabri e flessibili (attributo che permetteva di imprimere una certa forza per pulire i pavimenti, senza che si spezzassero).

Le sue radici sono particolarmente intricate tanto che servono a tenere insieme la terra. In alcune parti della costa, è una delle prime piante che cresce sulle dune di sabbia e, dopo che il substrato è stato compattato, trattenendo anche terra, dalle sue radici, iniziano a crescere altre piante.

Le foglie sono alterne trifogliate le più basse, intere le superiori, ma tutte sono caduche.

Fiori sono di un giallo intenso, molto bello che fanno risplendere la pianta come un sole nei campi verdi. Sono fiori singoli oppure raggruppati due a due. Il calice è campanulato con due labbri ovali e divergenti: il superiore presenta due denti, quello inferiore tre. Lo stilo è particolarmente lungo e spiralizzato su se stesso.

Il frutto è un legume lineare a bivalve. È particolarmente compresso e acuminato all’estremità. A maturazione prende una colorazione nerastra. All’interno si trovano dagli otto ai dodici semi, anch’essi neri, lucenti e lisci.

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Coltivazione e origine

E’ una pianta originaria dell’Europa, soprattutto della parte occidentale, dove le temperature non sono troppo rigide. Infatti l’ideale è quella attorno ai 15-18 gradi (quella primaverile che la fa fiorire in modo magnifico), mentre in inverno i 5 gradi sono quelli al di sotto dei quali la pianta potrebbe subire dei danni.

Cresce su terreni tendenzialmente sabbiosi, tanto che cresce bene lungo le coste e solitamente è una delle prime piante a colonizzare i margini degli arenili. Ciò non significa che non vada ben un buon substrato fertile e una adeguata concimazione trivalenti, con prevalenza di potassio prima della fioritura, azoto in tardo inverno prima che crescano le prime foglie.

La propagazione avviene sia per seme che per talea, in entrambi i casi si ottengono ottimi risultati. La differenza sta nei tempi di crescita della pianta e nel periodo di attuazione. La semina deve essere effettuata a marzo, mentre le talee a maggio.

Parti utilizzate

Si utilizzano i fiori che vanno raccolti appena schiusi, in primavera o ai primi tepori del fine inverno se hanno permesso una fioritura anticipata. La qualità del prodotto si deteriora con la conservazione e questa condizione può essere determinata dalla perdita parziale o completa del leggero e caratteristico odore.

Anche i semi possono essere usati per gli stessi scopi dei fiori, poiché anch’essi contengono i medesimi principi attivi.

tecniche di raccolta

La raccolta può avvenire manualmente oppure con una sorta di pettine che passato tra i rami stacca fiori e foglie indistintamente. In secondo momento poi si farà la separazione e la cernita dei fiori integri da quelli spezzati per la formazione di diverse qualità di prodotto.


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Proprietà e uso nella storia

Si narra che sia stata “maledetta” da Maria, mentre con Giuseppe erano in fuga in Egitto, perché il crepitio delle baccelli maturi al loro passaggio rischiavano di attirare l'attenzione dei soldati di Erode.

Il colore giallo dei fiori particolarmente vistoso fu sfruttato da Goffredo d'Angiò che poneva rami fioriti di ginestra sul suo elmo per farsi riconoscere e seguire in battaglia dai suoi soldati. Da allora la usò come simbolo araldico per la sua casata, che prese il soprannome di "Plantageneto" dal termine latino planta-genet, che significa appunto ramo di ginestra.

Questo è solo uno dei tanti casi in cui il fiore di ginestra fu adottato come simbolo araldico.

Le sommità fiorite sono state utilizzate per le decorazioni della casa nel periodo della Pentecoste, ma si riteneva portasse sfortuna impiegarla per scopi più umili quando era in piena fioritura.

Il suo legno, quando la pianta è sufficientemente grande da poterlo sfruttare, è usato per i rivestimenti estetici.

La corteccia è stata per lungo tempo usata per la concia delle pelli grazie alla grande concentrazione di tannini che possiede.

Dalle foglie giovani si produce un colorante verde; dai semi un surrogato del caffé.

descrizione dei principi attivi

Tra i componenti chimici troviamo una lunga lista di alcaloidi, quali la sparteina, che sotto forma di sale è il principio attivo responsabile dell’azione cardiotonica. Altri alcaloidi presenti sono la citisina, la genistenina e la sarotamnina.

La scoparina invece è il derivato flavonico non gluconidico responsabile dell’azione diuretica.

Inoltre sono stati isolati scoparolo, luteina, quercitina, acido tannico e caffeico.

Completano il fitocomplesso la presenza di zuccheri, gomme, sali vari e olio etereo composto essenzialmente da acido palmitico, paraffina e furfurolo.


Ginestra: Benefici e avvertenze

Diuretico

L’infuso di fiori di ginestra è un diuretico leggero, grazie all’azione della scoparina, usato per lo più nei casi di idropsia per scompensi cardiaci. A volte viene associata alla scilla, con aggiunta di acetato di potassio e di ammonio. L’azione diuretica è paragonabile a quella esplicata dall’uva ursina.

Cardiotonico

Il suo impiego come cardiotonico è piuttosto contrastante tra i ricercatori. È stato però dimostrato che produce un aumento transitorio della pressione arteriosa, a cui però fa seguito un periodo di diminuzione della tensione vascolare. A piccole dosi rallenta i battiti del cuore per un breve periodo di tempo per poi farlo accelerare.

Controindicazioni

Non è da somministrare in casi di infiammazioni o infezioni renali.

Evitare l'uso di ginestra in caso di ipertensione arteriosa.

Avvertenze

A grandi dosi provoca disturbi di stomaco e di intestino, deprime le cellule nervose e abbassa la pressione del sangue. L’azione sul cuore assomiglia a quelli dati dalla cicuta.

In casi estremi da la morte, che è causata dalla compromissione dell'attività degli organi respiratori.

La ginestra non è ammessa nella produzione degli integratori vegetali e la sua vendita a scopi curativi deve essere effettuata esclusivamente da un farmacista in farmacia.


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