Fava del calabar

Caratteristiche della pianta

La Physostigma venenosum Balf. ovvero la fava del Calabar è una pianta velenosa, di cui è vietato l’utilizzo erboristico. È però una pianta medicinale, in quanto possiede un principio attivo molto utile in oculistica e utilizzato come punto di partenza per la produzione di una classe di farmaci (gli anticolinesterasici).

Il nome del genere deriva dal greco e sta ad indicare uno stigma rigonfio, come una vescica, mentre quello del nome specifico, di derivazione latina, intuitivamente significa velenoso.

La fava del Calabar è una pianta arbustiva rampicante, una liana, della Famiglia delle Leguminoseae, Papillonaceae), che può raggiungere i 15 metri di lunghezza.

Le foglie sono imparipennate, formate a tre foglioline distinte, di cui una posta all’apice. Queste sono ovali, grandi, sprovviste di peli, ma tutte e tre presentano piccole stipole. La loro lamina è percorsa da un nervo centrale piuttosto in rilievo, da altri due secondari divergenti e da altri nervi terziari anastomizzati.

Fiori, rosa o porpora, sono pendenti e disposti in racemi all’ascella delle foglie. Hanno la classica forma a farfalla tipica delle Leguminoseae. I due petali inferiori si saldano tra di loro per formare la carena, che poi avvolge stami e pistillo. Il petalo superiore più grande si pone a copertura e viene chiamato vessillo o stendardo; i due petali laterali vanno a formare le cosiddette ali.

Il frutto è un legume bruno bivalve, appiattito, della grandezza di 15 cm. e deiscente a maturità, quando mostra il suo contenuto di 3 o 4 semi.

I semi sono grandi, grossi e a forma ellittica. Possono essere lunghi anche 4 cm.; sono duri e resistenti tanto che si riesce ad aprirli solamente se vengono ammorbiditi immergendoli in acqua bollente.

La loro superficie è rugosa, di colore e bruno-marrone brillante, e con un solco più chiaro in corrispondenza dell’ilo.

Non hanno odore e il sapore amilaceo si trasforma in amaro.

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Coltivazione e origine

Pianta originaria dell’Africa Occidentale ed equatoriale, prende il nome dal luogo dove per prima si è scoperta, e dove cresce con maggior rigoglio, ovvero lungo il fiume Calabar.

È stata trapiantata con successo in Brasile ed in India, che insieme alle zone tra Nigeria e Camerun, sono i luoghi di maggior produzione. La coltivazione della fave del calabar abbisogna di un clima equatoriale, molto umido e caldo. La coltivazione di questa pianta avviene per lo più per scopi di estrazione farmaceutica e scientifica del principio attivo fisostigmina.

Parti utilizzate

Della fava del Calabar si utilizzano esclusivamente i semi.

Tecniche di raccolta

Vista la grandezza dei frutti, la loro raccolta avviene a mano. Dopo di che se ne estraggono i semi, che posso essere mandati direttamente alla lavorazione oppure conservati per essere utilizzati in seguito.


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Proprietà e uso nella storia

Alcune tribù che vivono lungo la costa del Golfo di Guinea nell’Africa Occidentale, la usavano per le ordalie dette anche “Giudizio di Dio”, ovvero delle prove insensate il cui risultato svelava la colpevolezza (morte) o innocenza (vita) dell’imputato secondo la volontà Divina. Chi era sottoposto a questo giudizio, doveva mangiare i semi di questa pianta. Poiché i semi della fava del Calabar sono anche emetici, ovvero inducono il vomito, c’era possibilità che questo effetto sopraggiungesse prima della paralisi respiratoria e quindi salvare il malcapitato. Non senza sofferenza…

Un altro uso era quello paralizzante per la caccia. I semi venivano pestasti fino a diventare polvere, per poi venir cosparsa sulle punte delle frecce per la caccia in quantità sufficiente (molto poca) perché l’animale colpito venisse ucciso per paralisi muscolare (cuore e respirazione).

Nel 1863 fu scoperto che l’alcaloide responsabile dell’azione miotica, già scoperta l’anno prima, era quello che fu chiamato fisostigmina. Quasi dieci anni dopo, nel 1935, si riuscì a produrre sinteticamente questa molecola, e fu chiamata eserina, in omaggio al nome che le tribù africane davano a questi semi, eser.

Descrizione dei componenti

Il principio attivo dei semi, che rendono questa pianta altamente tossica, sono degli alcaloidi indolici, il cui più rappresentativo è la fisostigmina (o eserina); altri alcaloidi presenti sono la eseramina, la eseridina, geneserina, isofisostigmina.

Ma è per la presenza della fisostigmina, che viene estratta e poi salicilata per essere usata in medicina, il motivo per cui ha tanta importanza la fava del Calabar.

Presenti tracce di un olio grasso formato alcuni acidi, come il palmitico, oleico e linoleico.

Essendo dei semi è naturale trovarvi anche grandi concentrazioni di amido e proteine.


Fava del calabar: Benefici e avvertenze

Anticolinesterasico

Gli agonisti muscarinici, come l’eserina, sono quelle sostanza che vanno a stimolare dei particolari recettori, detti muscarinici, che controllano il sistema simpatico.

Nel caso dell’eserina si ha un eccitamento del nervo vago e un paralisi del sistema simpatico.

Tutto questo porta all’aumento della secrezione ghiandolare sia salivare che sudoripara, contrazione involontaria dei bronchi e della vescica urinaria. rallentamento dell'attività cardiaca e riduzione della gittata cardiaca.

Sono effetti che se non sono monitorati dal medico portano alla morte, ma al contempo stesso si possono sfruttare in ambito clinico (vedi sotto).

Miotico

La fisostigmina ha le stesse caratteristiche della pilocarpina (altro alcaloide miotico molto usato) ossia stimola il muscolo costrittore della pupilla, inducendo ad un restringimento del suo diametro. Inoltre provocano una diminuzione della pressione endoculare e dello spasmo del muscolo ciliare.

Tutti questi effetti sono utili nel trattamento clinico del glaucoma, per il quale la fisostigmina è uno dei principali farmaci d’azione.

Veterinaria

In ambito veterinario, il principio attivo viene usato come enterocinetico, ovvero per aumentare la mobilità gastrointestinale, anche se questo effetto pare sia blando e non conveniente rispetto agli effetti collaterali.

Prodotti in commercio

In commercio non sono presenti alcuni preparati a base di semi di fava del Calabar in quanto il loro uso è proibito dal Ministero della Salute.

Sono invece in commercio dei farmaci derivati dal suo principio attivato, ma la prescrizione per il loro utilizzo è riservato esclusivamente ai medici.

Controindicazioni

Soli 0,4 grammi di polvere di semi può portare alla morte.

Avvertenze

Pianta altamente tossica: non utilizzare.

È inserita nella lista del Mistero della Salute delle piante il cui inserimento nella produzione di integratori alimentari vegetali è vietato.



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