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Il Boldo è originario del Cile, ma dato che questo paese confina con il Perù e la Boliva, anche in queste regioni è facilmente reperibile, tanto da essere considerato naturalizzato.
In Europa e nel bacino mediterraneo, anche lungo le coste africane, è stato importato ed ha trovato un ambiente adatto per diventare un albero da coltivazione, tanto da diventare naturalizzato.Parti utilizzateLa parte vegetale principale da utilizzarsi nel Boldo sono le foglie, giovani e meno. Da evitare quelle già “vecchie” in quanto poco efficaci.E’ anche ammesso l’uso della corteccia, ma questa possiede un effetto molto più blando rispetto alle foglie che spesso non viene presa in considerazione.tecniche di raccoltaLa raccolta delle foglie avviene come per molte altre colture di alberi e arbusti da cui si devono prelevare le sole foglie.Il passaggio a piede e la raccolta a mano è decisamente fuori dal tempo, anche se per pochi alberi e l’assenza di mezzi meccanici, può essere messa in pratica.L’ideale è l’impiego di macchinari capaci di strappare le foglie dai rami senza rovinare in maniera irreversibile i rami.Più conveniente per la pianta è la tecnica che prevede una potatura mirata: taglio dei rami da eliminare e quindi la seguente raccolta delle foglie in essi attaccate. Se poi la quantità di fogliame non è sufficiente, si interviene con un successivo passaggio, sempre mirato e non casuale, fino al raggiungimento della quota voluta. Zuccari Papaya Pura, 45 Bustine da 3 grammi Prezzo: in offerta su Amazon a: 26,85€ (Risparmi 3,1€) |
Le notizie storiche sull’uso di questa pianta sono particolarmente limitate e giovani, dato che la sua scoperta è avvenuta con quella del Sud America, durante il 1500. si era notato che sia animali, in particolare le capre e le pecore, che alcune tribù insediate in Cile, erano solite cibarsi delle foglie del Boldo. In un primo momento non fu data particolare importanza al fatto, se non che la pianta era sconosciuta agli europei. In seguito, alcune osservazioni mediche e veterinarie, notarono che tali individui non erano soggetti ad affezioni epatiche. Cosa che in effetti si rivelò veritiera in quanto, non solo protegge il fegato, ma lo stimola anche nella produzione di bile.
descrizione dei principi attivi:I principi attivi in essa contenuto sono di tipo alcaloide, come la bolina, la isocoridina la norisocoridina, e la N-metil-laurotetanina. Questo fa si che sia una pianta trattabile esclusivamente da medici e farmacisti, e sono esclusi gli erboristi.Dalla foglie, per mezzo del metodo di estrazione per mezzo di corrente di vapore (distillazione), si ricava un olio essenziale particolarmente aromatico e anche aromatico, che contiene ascaridolo, cineolo, eucaliptolo.Le analisi degli estratti hanno poi portato all’isolazione di un glucoside, la boldoglucina, di un glucoside flavonoico e di tannini.Prodotti in commercio
In Italia sono presenti molteplici preparazioni a base di Boldo. Si va dalle compresse alle tisane, dalle tinture agli estratti; in pratica qualunque tipo di preparazione farmaceutica, anche le più avanza e costose come la micronizzazione.Ricordiamo che in caso di preparazioni per infusione, 2-5 grammi di al giorno è la quantità massima consigliata, mentre di 1-3 ml è quella di riferimento per le soluzioni idroalcoliche.È consigliabile non supera le quattro settimane di trattamento, onde affaticare il fegato. ControindicazioniData la stimolazione epatica, il boldo è sconsigliato se persistono epatopatie gravi e importanti, se non altrimenti prescritto dal medico.Il Boldo è controindicato in gravidanza poiché ha mostrato effetti sia abortivi che teratogeni negli esperimenti da laboratorio..AvvertenzePer la presenza di alcalodi e la sua interazione diretta con la fisiologia dell’uomo la pianta è stata inserita dal Ministero della Salute nell’allegato A della circolare Aniasi, ovvero l’elenco delle piante che sono vendibili solo ed esclusivamente dai farmacisti e prescrivibili dai medici.
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