Valeriana - Valeriana officinalis

Caratteristiche della pianta

La Valeriana officinalis L. è una pianta perenne, ma dovendo raccogliere le radici, e quindi non avendo possibilità di sopravvivere, viene coltivata in modo biennale.

Il suo nome deriva dal latino valere, cioè stare in buona saluta per le virtù medicinali che le erano attribuite.

È conosciuta anche i nomi di valeriana minore, o silvestre; come nardo, amantilla, erba gatta, gataria, agnellino, vaniglie salvadie, bosone, baddariana, hattaria.

Identici anche i termini con cui è chiamata in Francia, valeriane o herbe aux chats, in tedesco, gebrauchlicher baldrian o katzenkraut, nei paesi anglosassoni, valerian o setwall o setewale capon's tail. In spagnolo è la valeriana o hierba de los gatos, ma anche l’hierba de santo Jorge.

È una pianta erbacea leggermente pubescente, che raggiunge un’altezza varia tra il metro e il metro e mezzo.

Il rizoma è ovale-cilindrico, piuttosto corto e ricco di radicate secondarie. Il suo colore è grigio e ha un odore caratteristico e nauseabondo dato dall’acido isovalerianico.

Il fusto è retto, fistoloso e con diverse ramificazioni senza esagerazione.

Le foglie crescono opposte e sono pennatosette, divise in 15-21 foglioline – segmenti di forma lanceolata e dentate. Le foglie più giovani, le superiori, sono sessili e piccole; quelle alla base sono più grandi e con un lungo picciolo.

I minuti fiori sono disposti in ombrelle terminali, che nascono dall’ascella di brattee trifide. I petali hanno un colore rosa pallido.

Il frutto è un achenio ovoide, striato, glabro e coronato da un pappo.

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Coltivazione e origine

Originaria dell’Europa e dell’Asia. Si è acclimatata un po’ ovunque nel mondo.

Il suo habitat prevede luoghi umidi, dal piano alle zone montane.

È una specie rustica, che si adatta a diversi tipi di terreno, ben drenati e umidi, infatti soffre la siccità ed è dunque doveroso effettuare annaffiature periodiche e costanti.

Per la concimazione è bisogna provvedere a somministrare potassio in primo luogo, e poi fosforo; non eccedere con l’azoto, poiché favorisce lo sviluppo del fogliame a svantaggio delle radici. L’azoto è indicato solamente poco prima della ripresa vegetativa.

La propagazione per seme non da buoni risultati; si effettua quella della divisione dei rizomi o per divisione del cespo da piante madri di almeno due anni di età.

Parti utilizzate

Della valeriana si utilizza tutta la parte ipogea, la radice e il rizoma, con o senza la presenza degli stoloni.

tecniche di raccolta

Per prelevare la radice e i rizomi bisogna che questi vengano portati alla luce per mezzo di estrattori, evitando che venga danneggiata, altrimenti per in valore commerciale.


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Proprietà e uso nella storia

Sedativo e ansiolitico, la valeriana è sempre stata utilizzata in tal maniera per tutti i secoli passati, quando però queste proprietà venivano “allargate” fino all’eccesso e quindi la valeriana veniva consigliata per molti problemi che in effetti non leniva. Conosciuta fin dal tempo di Dioscoride, che oltre che per tale uso, la consigliava anche come diuretico, analgesico e antidoto contro i veleni.

Nel 1500 fu usata per la prima volta contro l’epilessia, ovviamente con ottimi risultati, almeno per il tempo. Da questa scoperta, la valeriana fu per secoli la medicina che curava l’epilessia, tanto che anche i più illustri medici avvaloravano questa convinzione con i risultati ottenuti sui propri pazienti.

È solo nel secolo scorso che alcuni dubbi sorsero e la valeriana incominciò ad essere inquadrata per quello che effettivamente poteva dare. La sua radice era indicata per l’isteria e le nevrosi.

descrizione dei principi attivi

Dalla radici si può estrarre per mezzo della corrente di vapore, un olio essenziale composto di esteri del borneolo, come isovalerianato di bornile e l’acetato di bornile. Sesquiterpeni, eugenolo e alcoli.

Tra gli altri composti sono stati trovati degli iridoidi come i valepotriati, flavonoidi, triterpeni, acidi organici e alcaloidi.

Per molto tempo i valepotriati furono ritenuti i responsabili dell’azione della valeriana, ma si è scoperto che sono molto facilmente degradabili, tanto che la loro presenza nella droga in vendita è pressoché assente. Si è quindi scoperto che l’azione sedativa è data dai suoi derivati ed altri due importanti composti come l’acido valerenico e valerenale.


Valeriana: Benefici e avvertenze

Sedativa

L’acido valerenico conferisce un’azione spasmolitica, ma anche in minor quantità miorilassante, poiché va ad esercitare la sua influenza sul sistema nervoso centrale, che viene cosi a “addormentarsi”. È cosi indicata negli stati nervosi generalizzati, nella semplice agitazione e nell’insonnia, come induttore del sonno.

Prodotti in commercio

La valeriana è una delle droghe più diffuse, e forse vendute, in erboristeria. Sono presenti pressoché tutti i tipi di preparazioni, senza alcuna esclusione.

C’è la polvere di radici secche, usata per la preparazioni di capsule e compresse, anche se queste sono le meno indicate a causa del saporaccio che lasciano in bocco.

Ci sono gli estratti secchi e liquidi, alcolici o acquosi, che sono da prendersi a seconda delle preferenze.

Immancabile la droga secca a pezzi per la preparazione della tisane.

Quando si comprano prodotti con valeriana, sarebbe consigliato controllare la titolazione. I preparati con un contenuto dichiarato di valepotriati sono da considerarsi ansiolitici, mentre quelli privi sono blandi sedativi.

Controindicazioni

Non sono note controindicazioni, anche se si sconsiglia di associarla ad altri sedativi, ansiolitici o ipnotici di origine sintetica.

Avvertenze

Inducendo sonnolenza, non mettersi alla guida se si è assunto della valeriana per “calmare i nervi”.

I prodotti a base di valeriana sono facilmente e comunemente sofisticate con l’inserimento di radici di altre valeriane, ma anche Umbrellifere. Orientarsi quindi su società serie e fidate.



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