Tarassaco - Taraxacum officinale

Caratteristiche della pianta

Il tarassaco, o dente di leone, è una delle piante più diffuse. Si trova spesso nei giardini, campi incolti o aiuole, tanto che per la sua resistenza e adattabilità è quasi invasiva e fastidiosa.

Per questo però si può facilmente, e senza pericolo, usare lo spontaneo per prepararsi tisane casalinghe.

I botanici la identificano con il nome scientifico di Taraxacum officinale Web.., facente parte della Famiglia delle Asteracee, dette anche Composite.

Pissenlit o liodent, dandelion o Priest's Crown, gemein kublume o löwenzahn, taraxacon o diente de leon sono rispettivamente i nome con cui è chiamata in Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna. Come si può intuire anche al di fuori dei nostri confini, tale pianta ha gli stessi nomi che gli diamo noi, dal suo ufficiale tarassaco a dente di leone. I francesi utilizzano il nome volgare, piscialletto, come viene appellato in alcune zone nostrane.

Gli altri nomi italiani del tarassaco si rifanno alle sue proprietà diuretiche come piscialletto, o all’aspetto piumoso dei semi, i cosiddetti angioletti che soffiati, da qui soffione, svolazzano per l’aria in primavera inoltrata. Capo di frate, per l’aspetto sfrangiato del fiore paragonato alla chierica dei frati di un tempo, barba du signù, sicoria servaja, dent at can, lampium, zangune riestu sono solo altri dei tanti nomi che porta con se.

La pianta erbacea presenta una rosetta basale con foglie glabre, spatolate o lanceolate con margine dentato.

La radice si presenta grossa, lunga e cilindrica, ramificata se il terreno è duro o in presenza di sassi.

Fiori sono raggruppati in un grande capolino giallo dorato. Sono tutti ligulati, a forma di petali, con linguetta lineare troncata all’apice e con 5 dentini.

I frutti sono degli acheni piccoli e fusiformi, sormontati da un pappo setoloso, che gli permette di essere trasportato a lunghe distanze dal vento.

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Coltivazione e origine

La coltivazione va effettuata praticamente in modo obbligatorio in terreni soffici e liberi da pietre. Questo per evitare che le radici abbiano difficoltà nel crescere e che si ramifichino in presenza di ostacoli duri come le pietre. Per questo, oltre che un terreno soffice, occorre che questo sia sempre tenuto umido, ma non stagnante, evitando che la terra indurisca con l’arsura.

Una concimazione con sostanza organica da compost o letame, arricchisce il substrato di humus e lo mantiene friabile e leggero.

La parte più laboriosa è quella di sarchiatura che deve avvenire tra le file per eliminare le infestanti che tendono a crescere tra le nostre piantine, anche se queste sono tra le prime a spuntare in primavera, tendendo a limitare lo spazio alle altre. Questo lavoro è indispensabile soprattutto nelle culture destinate alla raccolta delle foglie.

La moltiplicazione della pianta avviene per seme poiché questo ha una percentuale di germinazione altissima. Si può seminare direttamente in campo oppure in semenzaio; le piantine da trapiantare in campo devono presentare già un primo stadio di rosetta basale e di radice ben formata

Parti utilizzate

Di questa pianta si usano sia la radice, da raccogliere in autunno, che le foglie, da prelevare in aprile – maggio.

Non vengono classificati come droga erboristica i fiori, più precisamente i boccioli non ancora schiusi, i quali però vengono usati come condimento extra nelle insalate.

tecniche di raccolta

Chi possiede un giardino sa quanto questa pianta sia difficile da estirpare: basta che rimanga una pezzetto della resistente radice interrata e l’anno successivo ricresce. I coltivatori lo sanno e per prelevare la radice devono “arare” il campo e portare alla luce le radici. Bisogna effettuare questa operazione con delicatezza per evitare di romperle; quindi si preferisce farlo in autunno in quanto, oltre che tempo balsamico, con quando le piogge viene ammorbidito ed escono con più facilità. Una volta portate alla luce, le radici andranno lavate per eliminare la terra ed ripulite dalle foglie, che potranno essere usate a parte. Una volta suddivise, vanno essiccate.

Se non tutte avranno la stessa lunghezza, questo comporterà un successivo lavoro di selezione, poiché quelle più grandi, destinate al taglio tisana, avranno un prezzo maggiore rispetto a quelle più piccole o rovinate, che finiranno per essere polverizzate.

Per la raccolta delle foglie, invece, si passa in campo con dei macchinari automatizzati che tagliano la pianta ad una altezza prestabilita e la raccolgono, lasciando solamente un mozzicone di pianta e la radice interrata. Una seguente cernita eliminerà l’eccesso di rami e fiori.


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Proprietà e uso nella storia

I medici cinesi prescrivevano il tarassaco per curare raffreddori, polmoniti, epatite, foruncoli, obesità.

Nell’Europa del Medioevo, invece, il dente di leone è forse la pianta più menzionata nei trattati medici, dove il quale veniva impiegato per tantissime patologie, anche se i rimedi più ricorrenti erano quelli per le affezioni del fegato e come diuretico.

descrizione dei principi attivi

Per molto tempo si è parlato della presenza di principi amari, responsabili dell’azione, in modo generico, ma oggi sono stati tutti isolati e identificati.

Sono presenti terpeni come il tarassasterolo, steroli come il sitosterolo, caroteni, zantofille e flavonoidi come l’apigenina. Molti di questi anche sotto forma dei loro derivati.

Si contano anche acido caffeico, oleico e palmitico, mucillagini, zuccheri come il fruttosio, e soprattutto inulina, che in autunno arriva a concentrazioni fino al 40% nelle radici, e potassio, fino al 5% nelle foglie.


Tarassaco: Benefici e avvertenze

Coleretico

Le sostanze amara, di complessa formulazione, sono le responsabili del blando potere coleretico ed eupeptico asserito al tarassaco. Questo fa si che la sua tisana o estratti in generale, siano coadiuvanti nei trattamenti di disturbi epatici e/o digestivi, soprattutto di quelli dovuti ai grassi.

Diuretica

L’azione diuretica è un’altro effetto molto conosciuto e usato, sopratutto nella medicina popolare come “depurazione primaverile” del corpo. È un’azione particolarmente forte, forse associata anche all’alta presenza di potassio, che deve essere controbilanciata con l’assunzione di acqua e sali minerali. A tal proposito le tisane di tarassaco o più in generali quelle diuretiche che lo contengono può essere un valido aiuto nell’espulsione dei calcoli renali e della renella, nei soggetti sani.

Prodotti in commercio

È una pianta molto diffusa in campo erboristico, soprattutto tra gli amanti dello spontaneo, soliti andare alla ricerca nei prati per poi prepararsi tisane o decotti di pianta fresca, difficilmente reperibile nelle erboristerie. In queste, invece, la si trova essiccata e già confezionata in bustine filtro pronte per essere immerse nell’acqua calda.

I prodotti per tisane di tarassaco contengono anche altre piante che la coadiuvano nell’azione richiesta, ma a volte è possibile trovarla come unico prodotto.

Per chi non fosse amante delle tisane, e vuole qualcosa di più veloce, il prodotto più pratico è senza dubbio la capsula. Questa è riempita con la polvere ottenuta dalle radici o dalle foglie; raramente si trovano compresse, mentre più probabili sono gli estratti molli o secchi.

Controindicazioni

Se affetti da ileite, infiammazione dell'ileo, parte dell'intestino tenue, o da ostruzioni delle vie biliari non bisogna assumere preparati contenenti tarassaco.

Avvertenze

Sebbene non vi siano particolari precauzioni d’uso, è bene non superare le sei settimane di assunzione.



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