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Tutte le santoreggia sono di chiara e univoca origine mediterranea.
Nell’antica Grecia fu consacrata al dio Dionisio, re dei fauni e dei satiri, in onore del quale venivano celebrati riti orgiastici. Prima di iniziare tali riti, veniva fatta consumare la santoreggia affinché si perdessero i freni inibitori e si fosse più partecipi in modo da ingraziarsi meglio il dio.
Forse per questo, ai monaci medievali fu vietata la sua coltivazione e il suo utilizzo.Sempre nel Medioevo, però, era raccomandata comunque contro la gotta, la paralisi e la diarrea.Nel 1400 la santoreggia “acquista” la proprietà abortiva. Le donne gravide devono fare particolare attenzione a questa pianta tanto da doverle stare lontano, altrimenti il contatto le farebbe abortire.Con il passare del tempo, le si attribuiscono proprietà stimolanti, aromatiche tanto che nel Rinascimento venne definita la “salsa dei poveri””.Nel XVII secolo era consigliata per curare le ulcere della bocca, mentre nei secoli successivi si aggiungono anche le proprietà emmenagoga e diuretica.L’uso principale però rimase sempre quello di condimento e profumazione.descrizione dei principi attiviLa droga secca presenta appena lo 0,7% di olio essenziale, il responsabile dell’attività della santoreggia. Questo olio, il cui odore ricorda molto da vicino quello del timo, è ricco di carvacrolo o timolo, che rappresentano i due chemiotipi di olio che si possono ricavare a seconda del tipo di coltivazione. Oltre a questi due, sono presenti anche borneolo, serpinolo.Stomachico
L’infuso di foglie di santoreggia, o le foglie essiccate e usate come condimento, esercitano un leggero potere digestivo, che unito a quello aromatico, rendono le pietanze “pesanti”meno laboriose nell’essere digerite.AntisetticoCome la maggior parte delle Labiate, anche la santoreggia, per la presenza dell’olio essenziale, è dotata di un potere antisettico, disinfettante. Questo però non è molto elevato data anche la scarsa percentuale dell’olio. Si può usare come disinfettante esterno, sempre che la cute non sia lesionata, ma la sua applicazione migliore è quella interna, e più marcatamente verso l’apparato urinario.Prodotti in commercioSono pochi e poco diffusi i prodotti di santoreggia, che era e rimane una pianta con un uso molto limitato e quasi esclusivamente dello solo spontaneo.Dalle foglie si posso fare infusi estemporanei oppure si possono lavorare in laboratorio per farne estratti secchi o fluidi, tinture o infine estrarre l’olio essenziale.ControindicazioniNon vi sono interazioni note con le principali classi di farmaci.AvvertenzeNon vi sono particolari precauzioni d’uso a cui far attenzione.
La santoreggia domestica, che viene chiamata anche con il nome di santoreggia estiva, fa parte della famiglia delle Labi
La santoreggia non ha bisogno di irrigazioni frequenti. La pianta è in grado di sopravvivere piuttosto bene in condizion
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