Sambuco - Sambucus nigra

Caratteristiche della pianta

Il Sambuco è un albero poco tono, quasi sconosciuto ai più. Per similitudine di nomi viene associato al superalcolico Sambuca, la quale contiene le sue essenze solamente in minima parte, avendo come base di partenza un distillato di anice stellato e finocchio.

Eppure è un pianta che presenta diversi campi d’applicazione anche per il fatto che di essa si utilizzano praticamente tutte le parti. E da non trascurare che può benissimo essere impiegato come pianta da ornamento, nonostante in inverno perda le foglia e possa apparire spoglio.

Il Sambucus nigra o Sambucus vulgaris deve il suo nome ad un’antica arpa greca che era solita venir costruita proprio con il legno di questa pianta a cui ha dato il nome. Con il suo legno, poi vengono costruiti molti altri strumenti musicali come il flauto, lo zufolo, la cornamusa.

Elder, sureau noir, schwarzer holunder, canillero sono i rispettivi nomi in inglese, francese, tedesco e spagnolo.

In alcune parti d’Italia viene chiamato anche sambrugo, sambù, seuic, saugo, sajuch moru, saucu niuru, samuccu.

Inserito nella Famiglia delle Caprifoliacee, il sambuco si presenta come arbusto o piccolo alberello, ideale per la creazione di siepi di modeste dimensioni e senza tanta manutenzione.

Il fusto è avvolto da una corteccia giovanile di colore verde, che con il tempo “invecchia” diventando grigio-scura e segnata da profondi “rughe”, solchi lungo tutta la sua altezza. Non è raro che direttamente da esso, oppure dalle radici, spuntino dei polloni, usati poi anche per propagazione.

Le foglie sono caduche, opposte, con un piccolo picciolo e composte imparipennate. Le sezioni della foglia, che vanno da 3 a 7, appaiono come delle foglioline ovali-lanceolate o ovali-ellitiche, con il margine leggermente seghettato.

I fiori, che fioriscono in primavera, posseggono un dolce e intenso odore. Sono raccolti in ombrelle composte terminali. La corolla presenta 5 elementi di colore bianco, a volte anche giallastri.

Il frutto è una drupa carnosa e sferica, di colore nero. Derivando da dei fiori raccolti ad ombrella, crescono a grappoli, ovvero infruttescenze pendule.

All’interno di ogni singola drupa troviamo 3 piccoli semi.

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Coltivazione e origine

Originario dell’Europa orientale e Asia occidentale, dove lo si trova facilmente allo stato spontaneo lungo le siepi, ai bordi delle strade e dei sentieri, si è rapidamente diffuso in tutte e due i continenti, arrivando anche in nord Africa.

Trova il suo terreno ottimale quando questo permane umido, quindi deve essere a base argillosa, e ricco di azoto. L’esposizione al sole o nelle penombra è indifferente, ma nel caso che sia situato in pieno sole in una zona dove vi sono scarse precipitazioni piovane, sarà opportuno sopperire con delle annaffiature a seconda del grado di siccità della terra. In caso di piogge costante, non ci sarà bisogno di intervenire.

Anche la concimazione e la potatura non sono superflue, se non si desidera dare una particolare forma alla pianta

La propagazione avviene per semina dei frutti, i quali danno il primo nutrimento al seme, che crescerà facilmente.

Si possono anche prelevare dei polloni dalla pianta madre e usarle per far radicare le tale. Questa metodologia è senza dubbio preferibile e più veloce, in quanto si dispone già di una pianta.

Parti utilizzate

Del sambuco si usa quasi tutto, fatta eccezione per la radice. I fiori e le bacche sono quelli più usati, ma anche corteccia e foglie hanno, seppur in minor parte, un loro utilizzo.

tecniche di raccolta

Essendo un arbusto dal quale si possono prelevare vari organi a seconda del bisogno, la raccolta deve avvenire per forza a mano, con il semplice utilizzo delle cesoie da potatura per fiori, frutti e foglie.

Per la raccolta dei frutti, si possono raccogliere i grappoli interi con tutti i loro rametti, ma questi devono essere successivamente eliminati, anche in questo caso a mano, poiché la droga è costituita solamente dai frutti, senza elementi estranei.

Per la corteccia c’è bisogno dell’ausilio di lame affilate che la incidano prima di poter essere staccata dal legno.


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Proprietà e uso nella storia

La più famosa e rinomata scuola medica del Medioevo, quella Salentina, non aveva individuato nel sambuco alcun particolare potere specifico tanto che lo consigliava di unirlo con un tuorlo , ginsestra e zafferano per ottenere una schiuma da passare sui capelli per renderli lucenti e rossi…

Qualcun medico, controcorrente, consigliava ai cantanti i fiori secchi immersi nel vino, e bevuti ogni mattina, per schiarire la voce.

Nel 1800, la pianta assunse già più connotati medici, quando fiori, frutti e corteccia erano indicati come calmanti, refrigeranti, purgativi.

descrizione dei principi attivi

i vari organi utilizzati contengono alcune molecole comuni e altre proprie. Fattore comune in tutti è la presenza, sotto varie forme, di molecole contenenti cianuro, che rendono il sambuco potenzialmente mortale. La molecola che si riscontra più frequentemente in tutti quanti è la sambucigrina o sambunigrina, un glucoside cianidrico, che per effetto dell’idrolisi si scinde in acido cianidrico, aldeide benzoica e glucosio. Un’altra molecola a base di cianuro isolata nel sambuco è la sambucina, un alcaloide.

Nei fiori poi sono stati isolati un olio essenziale particolarmente denso a causa dell’alta concentrazione di acidi grassi liberi, di cui l’acido palmitico rappresenta il più abbondante.

Flavonoidi come la rutina, il campferolo, la isoquercitina,olacidi, tannini, pectine, triterpeni, steroli, e vari acidi organici.

Nei frutti, invece, glucosio, minime tracce di olio essenziale, resine, mucillaggini, flavonoidi, antociani coloranti come il cianidolo, acidi organici, vitamina C, sali minerali, e nitrati di potassio, sambucina.

Foglie: flavonoidi, fitosteroli, triterpeni, tannini, sambunigrina e sambucina.

Corteccia: tannini, sambucina, resina lassativa, sambucigrina e nitrato di potassio.


Sambuco: Benefici e avvertenze

Diaforetico – sudoriparo

Gli infusi molto caldi a base di fiori di sambuco, spesso associati con quelli del tiglio, vengono bevuti per favorire la sudorazione nelle malattie da raffreddamento con febbre. Si pensa che riescano a sensibilizzare maggiormente le ghiandole sudoripare alla temperatura alta, cosicché queste producano più sudore per cercare di raffreddare il corpo.

Non essendo stata trovato il principio attivo si ritiene che tale attività sia data solamente dalla bevanda calda.

Secretolica

Gli estratti di sambuco vengono consigliati anche nei casi di presenza di muco, in quanto hanno la capacità di renderlo più fluido e facilitarne l’eliminazione.

Lassativo

Un uso popolare assai usato nel passato ma oggi caduto in disuso per la preferenza verso altre migliori piante con tale azione. A tale scopo veniva usata la corteccia, in decotto.

I frutti, e in modo particolare il loro succo concentrato, esplicano una azione lassativa – purgativa, quindi bisogna far attenzione a non strafare con le scorpacciate di marmellata fatta con le bacche.

Alimentare

I frutti del sambuco posseggono il cianidolo, un antociano con un potere colorante molto forte, che viene sfruttato dall’industria alimentare per colorare i cibi di rosso.

Prodotti in commercio

Le bustini o la droga secca sfusa per la preparazione di tisane sono la forma che si può trovare più facilmente rispetto agli estratti, ma anche questa non risulta cosi diffusa data la caduta in disuso del sambuco.

Controindicazioni

Non sono note interazioni farmacologiche con i principali farmaci.

Avvertenze

È possibile utilizzare il sambuco solo se il contenuto in acido cianidrico viene rilevato sotto lo 0,0025%.

La presenza di composti cianidrici rendono il sambuco una pianta potenzialmente velenosa e mortale. Le intossicazioni da frutti di sambuco, non inattivati per via termica, comportano nausea, vomito e diarrea; disturbi gastrointestinali in generale.



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