Pilosella

Caratteristiche della pianta

La Pilosella hieracium L., più semplicemente della pilosella è una pianta poco conosciuta anche in campo erboristico ma potrebbe rivestire un ruolo maggiore, se solo fosse più facile da coltivare o qualcuno credesse in modo convinto nelle sue potenzialità. La sua attività diuretica è considerata di seconda fascia, dato che ci sono piante con la stessa capacità ma che sono più conosciute e più energiche, ma non sempre si considera che non è necessario intervenire in modo intenso; a volte basta un “leggero tocco”, campo in cui la pilosella è maestra.

La caratteristica delle sue foglie basali le hanno attribuito il nome di lingua di gatto, mentre la peluria, sempre sulle foglie, sono cause del nome orecchio di topo.

Questi due sono i nomi volgari che si riscontrano maggiormente nelle regioni italiane, ovviamente utilizzando il proprio dialetto. Ci sono anche altre varianti come orecchiara, pelosetta, stagnasangue, erba del taglio, erba molinara.

Per gli inglesi richiama l’orecchio del topo, mouse ear o hawkweed; in tedesco è chiamata erba del piccolo falco, kleines habichtskraut. In francese e spagnolo piloselle e pilosella.

È una pianta erbacea perenne che cresce in montagna, in luoghi anche piuttosto impervi dove altre piante trovano difficoltà di adattamento al terreno troppo roccioso. Ha un lungo rizoma strisciante con numerosi stoloni radicanti. Se ha la possibilità riesce a espandersi, a volte anche come infestante tanto che alcuni paesi come il Canada ne proibiscono l’importazione per evitare una sua invasione.

Le foglie si accrescono a livello del terreno formando anche per questa pianta una rosetta basale. Hanno forma spatolata od ovale oblunga che come già detto ricorda la lingua di un gatto. Sono a margine intero, leggermente bianche nella pagina inferiore per la presenza di una minuta peluria.

L’unica infiorescenza a capolino è portata da uno scapo nudo e solitario. Raramente si ne osservano due su di uno stesso scapo. Le foglie interne del capolino sono acute mentre le esterne più ottuse, ma entrambe ligulate, ovvero a forma di petalo. Il colore della corolla è giallo ma non è raro trovare screzi di arancione, soprattutto nei fiori della parte più esterna del capolino.

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Coltivazione e origine

Sembra essere una pianta nativa dell'Inghilterra, ma il suo capacità di adattamento ai terreni più impervi ha fatto sì che si sia diffusa anche nel resto delle montagne d’Europa, anche se aride, come ad esempio i Pirenei.

Quando riesce ad invadere una grande zona di terreno origina una sorta di prato erboso; inoltra la sua scomparsa a favore di altre erbe, è indice di un’intensa attività da parte delle micorrizie del tartufo, che dopo qualche anno può dar luogo alla crescita del tartufo mangereccio.

Come detto, i terreni sassosi e aridi non le impediscono di crescere, anche perché con gli stoloni tende ad andare a cercarsi nuovi e migliori spazi, preferibilmente che abbiano un pH elevato. In cultura cresce e si propaga con facilità tanto che bisogna tenere sotto controllo non solo le malerbe, ma anche la pilosella stessa.

Adattandosi alla montagna, riesce a sopportare bene anche temperature rigide, fino ai -8 °C, a parte che la mattina riceva la luce del sole diretta. Le annaffiatura non devono essere costanti, anzi molto limitate. Nei periodi invernali si può anche non effettuarle, dato che le piogge provvederanno al suo esiguo fabbisogno.

Parti utilizzate

Si utilizzano le parti aeree, cercando di limitarsi all’uso delle sole foglie e di non includere lo scapo floreale.

tecniche di raccolta

Essendo una pianta piccola con le foglie molto vicine a terra, la raccolta meccanica è pressoché antieconomica. Infatti le lame delle falciatrici impatterebbero troppo spesso con il terreno, rovinandosi e perdendo il filo, quindi ci si dovrebbe fermare più e più volte per riaffilarle. Per aver un ritorno economico, quindi la raccolta deve quindi avvenire obbligatoriamente a mano.

Si può estirpare l’intera pianta e poi ripulirla dalle radici oppure, con molta più fatica e tempo, tagliare semplicemente le foglie, come a potarla. La scelta tra i due tipi di interventi è da stabilirsi a seconda se si desidera lasciare o cambiare coltivazione nell’anno successivo.


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Proprietà e uso nella storia

Castore Durante, medico e botanico italiano del 1500, cita l’usa del succo di pilosella o degli impiastri fatti con essa per facilitare la cicatrizzazione delle ferite, in modo particolare quelle “della bocca e delle membra genitali”, probabilmente alludendo alle mucose in generale.

Sempre il Durante, sosteneva che fosse altrettanto valida nel combattere i problemi di fegato e milza, oltre che ridurre l’idropsia ovvero la ritenzione idrica.

In tempi più moderni, la medicina popolare ha sfruttato la pilosella per le sue proprietà colagoghe e diuretiche, ma anche antimicrobiche, convalidando cosi i suggerimenti del Durante nel 1500.

descrizione dei principi attivi

Tra i composti troviamo acido tannico, mucillagini, composti flavonici, come il luteoloside.

Ci sono anche molecole tipiche della specie a cui appartiene come l’ossicumarina o umbrelliferone e il metilumbelliferone, principali imputati delle sue proprietà.


Pilosella: Benefici e avvertenze

Diuretica

L’azione diuretica espressa dalla lingua di gatto non è forte come quella di altre sue piante simili, ma ciò non significa che non serva. A volte si necessita solamente di un leggero effetto di eliminazione dei liquidi, quando una centella o un tarassaco sono troppo energici. Questo effetto risulta utile quando si voglio eliminare gli eccessi azoto, dovuti per esempio ad abbondanti mangiate di carne, semplicemente stimolando la diuresi.

Antimicrobica

È una pianta che ha una mirata azione antimicrobica contro i batteri Brucelle, responsabili della brucellosi detta anche febbre di malta, febbre mediterranea, febbre di Cipro, febbre di Gibilterra, dai luoghi dove è più comune, o febbre ondulante, tifo intermittente per il carattere discontinuo della febbre.

Prodotti in commercio

Generalmente è una pianta che va utilizzata fresca percui sarebbero più indicate le preparazioni come il succo di pianta fresca e gli infusi, ma non di pianta essiccata!

Anche tinture ed estratti vanno bene, sempre che siano ottenuti utilizzando pianta fresca e poi opportunamente conservati in boccette scure e ben tappate, lontano dalla luce solare.

Controindicazioni

Non si riscontrano interazioni farmacologiche con farmaci.

Avvertenze

Evitare di assumerla se si stanno giù usando diuretici.



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