Papavero comune - Papaver rhoeas

Caratteristiche della pianta

Il papavero è una pianta che per associazione di idee spesso viene accostata all’eroina, in quanto proprio da questa erbacea si ricava una delle più pericolose droghe di sempre. E se si pensa a questo, potrebbero sorgere dubbi quando, osservando una pianura in primavera inoltrata, si scorgono dei bei fiori rosso fuoco, i papaveri appunto. Ma non c’è da allarmarsi, i papaveri sono comuni nei nostri campi e non sono “pericolosi”. Normalmente si tratta infatti di un’altra specie rispetto a quella da cui si ricava l’oppio (Papaverum somniferum), il Papaverum rhoeas, ovvero il papavero comune o rosolaccio.

Noi chiamiamo indistintamente entrambe le specie come papavero, ma volendo specificare quello proibito viene appellato “da oppio”, mentre il comune, rosolaccio.

Se in italiano non c’è tanta differenza, questa è totalmente assente dei dialetti, in cui c’è distinzione: papavero bianco, sdormia, papambre, paparina, cucuzzeddi di sonnu, papurru.

Anche nelle lingue straniere devono specificare per differenziarli, cosi il rosolaccio è chiamato field poppy in inglese, pavot coquelicot in francese, klaschmohn in tedesco e amapola común in spagnolo.

Appartiene ad una Famiglia a cui dà il nome, Papaveraceae.

È una pianta erbacea annuale, che in rari casi può essere biennale. Può arrivare a 60 centimetri di altezza con il suo solitario fusto, che inoltre risulta essere anche di una peluria rigida.

Le foglie sono alterne, picciolate e vellutate. La caratteristica immediata che lo distingue dal suo parente proibito sono proprio le foglie. Quelle del papavero comune sono profondamente divise, con la incisione dei lobi che arrivano fin quasi la nervatura centrale. I lobi a loro volta hanno forma lanceolata, con margini irregolarmente dentati.

I fiori sono portati all’apice del fusto o dei rami, e sono perciò solitari. La loro colorazione è rosso vivo con una caratteristica macchia scura alla base di ciascuno dei 4 petali, rotondeggianti leggermente increspati.

Il frutto è una capsula globosa, glabra che nella sua parte superiore è provvista di un disco poricida, cioè munito di piccoli fori, dai quali verranno espulsi i semi.

I semi sono piccoli e molto numerosi; hanno la forma di rene e presentano una reticolazione sulla loro superficie.

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Coltivazione e origine

È la specie di papavero più diffusa al mondo, Europa, Asia, Africa settentrionale, America e Australia. Nessun continente ne è privo.

Cresce dal piano alle quote più basse delle zone montane. Predilige campi coltivati o luoghi incolti, prati o margini delle strade. Non ha preferenze.

È una pianta talmente adattabile che non ha bisogno di particolari condizioni di terreno per crescere, anche se questo è secco e piuttosto arido. Se invece trova un terreno sciolto e fertile, come può essere quello sul quale si coltiva il grano, allora si esalta a tal punto che può diventare una specie infestante!

La propagazione di questa pianta avviene molto facilmente da seme. Si può seminare in campo che in semenzaio. In questo caso si può piantare anche in autunno e metterlo a dimora a maggio.

L’utilizzo del semenzaio è anche il più indicato per la produzione di piante da ornamento, con la creazione di ibridi con i colori più ricercati.

Parti utilizzate

Del papavero comune vengono usati i petali, che vengono staccate ed essudati prima di essere utilizzati.

A volte vengono usate anche le capsule, quando ancora i petali non si sono staccati, poiché contiene gli stessi principi attivi dei petali, ma in concentrazioni leggermente superiori.

tecniche di raccolta

La raccolta dei fiori deve avvenire a mano in quanto la crescita degli steli fioriferi risulta essere troppo irregolare per i mezzi meccanici. Una volta che i fiori vengono tagliati, verranno separati i petali dalle restanti parti del fiore, sempre rigorosamente a mano onde evitare che vengano rovinati.


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Proprietà e uso nella storia

I celti lo mischiavano per preparare la “papa” per far addormentare i bambini. Dal nome celtico “papa”, ripreso poi anche da Virgilio, derivò l’attuale nome di papavero.

In Francia si usarono gli infusi di papavero per calmare la tosse, che per questo fu chiamata coquelicot.

descrizione dei principi attivi

I principi attivi di questa specie, pur rimanendo anch’essi degli alcaloidi, sono diversi dal Papaverum somniferum.

È anche qui presente la morfina, ma in solo in tracce. Ben più cospicua è la presenza della readina o rhoeadina, che è la responsabile dell’azione sedativa non stupefacente.

Altri alcaloidi presenti sono la reagenina, rearubina I e II, la sanguinarina e la cheleritrina.

Trattandosi di petali, sono state trovate anche delle mucillagini e ovviamente sostanze coloranti antocianidiche, usate come coloranti.


Papavero comune: Benefici e avvertenze

Bechica antitussiva

Da non sottovalutare l’azione del papavero comune di riuscire a calmare gli attacchi di tosse, anche di quelli dovuti alla pertosse o alle bronchiti sia acute che croniche. Il suo effetto non è stupefacente come quella del papavero somniferum, percui il suo utilizzo è piuttosto sicuro, anche se bisogna non esagerare con i dosaggi dato che si tratta sempre di alcaloidi.

Emolliente

La contemporanea presenza di mucillagini rende l’azione anti tossiva ancora più efficace. Infatti le mucillagini rendono più scivolose le vie bronchiali, favorendo lo scivolamento dei catarri, diminuendo di conseguenza i bruciori tipici da tosse.

Sedativa

Il beneficio primario che si ricava dall’utilizzo dei fiori del rosolaccio è quello tipicamente sedativo. La sua azione induce uno stato di sonnolenza, che è utile nel conciliare il sonno in quei casi di insonnie persistenti che necessitano di un trattamento “forte”.

Cosmetico

Le mucillagini dei petali, in aggiunta ai pigmenti colorati, hanno fatto intuire alla grande industria il loro potenziale utilizzo nel campo dei cosmetici. Sono cosi nati cosmetici naturali a doppia azione emolliente e colorante, come ad esempio rossetti o fard, per lo più dalle tinte rossastre.

Prodotti in commercio

In commercio si trovano petali e in alcuni casi anche le capsule. Il loro utilizzo principale è avviene con la preparazione di tisane o decotti la cui assunzione è consigliata nel dopo cena, prima di coricarsi a letto.

Sono presenti anche estratti fluidi o molli e tinture.

La produzione di sciroppi è stata realizzata avendo come target i bambini, dato che dolce e colorato è una combinazione da cui sono sempre attirati. Lo scopo è quello di calmare i bimbi iperattivi e di indurre il sonno in quelli recalcitranti nell’andare a dormire.

Controindicazioni

È sconsigliato mettersi alla guida se si sono assunti preparati contenenti papavero.

Avvertenze

Gli alcaloidi del rosolaccio risultano essere tossici ad alte dosi; si consiglia di non eccedere nelle dosi e nell’uso prolungato



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