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È una pianta originaria dell’Asia tropicale. In modo più preciso dall’Isola di Giava, da cui prende il nome di thè di Giava, e dell’Indonesia dove viene coltivato in grandi appezzamenti di terreno tanto da farne il primo produttore mondiale, e ovviamente anche primo esportatore.
Date le particolari condizioni climatiche in cui questa pianta cresce, è abbastanza difficile trovarla spontanea in Europa, cosi come è difficile la sua coltivazione. Però i cambiamenti climatichi a cui stiamo assistendo in questi ultimi anni, possono aver creato delle nicchie a lei adatte anche nel Vecchio Continente.Parti utilizzateSi usano le sole foglie essiccate. È possibile però che vi sia qualche traccia di rami, però meno questi sono presenti, più è pregiata è la partita di ortosiphon.tecniche di raccoltaLa raccolta avviene a mano, con passaggi in campo con falcetto. Si individuano le parti da tagliare e con un colpo nette si asporta la parte. Successivamente vi è la divisione delle foglie dai rami, parti che non dovrebbero entrare a far parte della composizione della droga.impiego nella storia
Sono poche le notizie storiche di questa pianta. È risaputo comunque che gli abitanti di Giava erano soliti preparare e consumere tisane di ortosiphon così come gli inglesi erano, e lo sono tutt'ora, soliti bere il the. Stranamente ci sono volute attente e particolari osservazioni per notato che questi infusi stimolavano la diuresi.descrizione dei principi attiviNel fitocomplesso che si ricava dalle foglie, sono stati isolati flavoni polimetilati come la sinensetina, responsabile dell’azione drenante, e la eupatorina, sali di potassio e derivati fenilpropanoidici quali l’acido rosmarinico, l’acido dicaffeoiltartarico. L'azione particorlamente efficace di indurre la diuresi da parte della sinensetina, fa si che non debba essere assunta in contemporanea con altri diuretici.Da citare, sebbene ve ne siano solamente minime tracce, massimo 0,06%, la presenza di olio essenziale.Spasmolitico
Sebbene non sia la sua principale caratteristica, all’ortosifon si ascrivono anche proprietà spasmolitiche, soprattutto per attacchi non particolarmente forti.DiureticoLa sua principale attività è quella di indurre diuresi nel soggetto che assume i composti a base di questa pianta. L’azione diuretica è una della più efficaci tra tutte quelle espresse dalle altre piante con tale proprietà. Per evitare problemi dovuti alla eliminazione abbondante di sodio, calcio e potassio è bene, oltre che bere molto, ripristinare l’equilibrio idrosalino con alcuni integratori durante l’uso dell’ortosifon.Ottimamente impiegato per l’eliminazione di calcoli renali e renella.Falso colereticoL’enunciata capacità di stimolare la produzione di bile ed esercitare un’azione favorente la digestione non è mai stata comprovata.Prodotti in commercioI preparati più efficaci di ortosifon sono quelli galenici, ma difficilmente si trovano professionisti del settore che ci si cimentano in queste preparazioni. Più comunemente sono già presenti delle bustine filtro da immergere semplicemente in acqua calda per preparare la tisana.Sono presenti anche gli estratti secchi, alcolici o acquosi, che spesso riportano le titolazioni richieste dalla farmacopea francese (la farmacopea italiana non la riporta).ControindicazioniNon è indicato a chi è affetto da insufficienza cardiaca o renale, anche di modeste entità. Tanto meno se sono presenti edemi causati da queste patologie.AvvertenzePotenzia gli effetti di altri composti diuretici con i quali non andrebbe associato.
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