Margheritina

Caratteristiche della pianta

La Bellis perennis rappresenta il fiore di campo, o meglio la margherita di campo, per antonomasia. È la piccola margheritina che spesso e volentieri cresce nei campi incolti o nei prati e che i bambini amano utilizzare per fare delle ghirlande.

L’origine del suo nome non trova tutti d’accordo. C’è chi sostiene che provenga da “bellum”, guerra, per il fatto che veniva usata dagli antichi romani per curare le ferite dovute alla battaglie; altri invece ritengono che derivi da “bellus”, leggiadro o bello, per la particolare bellezza e leggiadria che il suo fiore ispira.

Gli inglesi chiamano questo fiore daisy, che sarebbe un’abbreviazione di “day’s eye”, occhio del giorno, poiché il capolino di questa piantina ha peculiarità di aprirsi la mattina e richiudersi la sera, con l’imbrunire. Mentre gli scozzesi preferiscono chiamarla bairwort per ricordare l’usanza dei loro bambini di addobbarci le ghirlande. Se da noi si dice che quando si vede una rondine, la primavera è arrivata, in Gran Bretagna utilizzano il detto: “When you can put your foot on seven daisies summer is come”, quando puoi mettere il piede su sette pratoline, la primavera è arrivata.

In Germania è chiamata Marienblümchen, fiore di Maria, poiché una leggenda la lega in qualche maniera a Maria. In Francia paquerette a causa del suo sviluppo tappezzante e in Spagna margarita comun.

Il suo nome comune italiano è proprio margheritina o anche pratolina, proprio per il fatto che è tipica dei prati. Ovviamente a seconda della zona si hanno anche diverse altre denominazioni, come vidueta, bigen, scoppa-pignate, primu sciuri, sizziedda e munachieddu.

Il sapore delle foglie è talmente amaro che nessun bovino lo mangia e nemmeno gli insetti l’attaccano. Malgrado il suo sapore, in alcuni paesi è utilizzata come insalata da contorno.

La pratolina è un’erba perenne, molto diffusa allo stato spontaneo e nonostante ciò in molti casi viene coltivata. Il suo semplice e nudo scapo floreale arriva tra i 10 e 15 centimentri. Si erge dal centro di una roseta basale, che presenta foglie ovali, spatolate verso l’estremità. Il loro picciolo è alato e il margine della lamina fogliare intera risulta leggermente crenato.

Alla sommità dello scapo floreale sboccia un capolino formato da fiori esterni ligulati zigomorfi, che assomigliano a dei petali, e da fiori gialli attinomorfi tubulosi centrali, che formano “l’occhio centrale arancio”. I fiori esterni possono essere di colore bianco, per lo più, ma anche rosa o porpora; mentre quelli centrali sono gialli.

Presenta numerose le radici secondarie fibrose che si dipartono da un fittone tronco e nodoso.

È una pianta polimorfa che può variare nelle dimensione dei vari organi, nella pelosità più o meno densa, nella forma e la dentellatura delle foglie oltre che nel numero dei fiori ligulati.

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Coltivazione e origine

La Bellis perennis è originaria dell'Europa sud-occidentale, ma è ugualmente diffusa nella parte centrale e settentrionale. Si trova pure in Asia, nella zona mediterranea dell’Africa e in tutta l’America del nord, dove si è naturalizza.

In Italia la ritroviamo ovunque, dal nord al sud, senza nessuna eccezione, isole comprese; dal livello del mare fino ad una altezza che può raggiungere i 2000 metri.

Come già detto, predilige i campi incolti, i prati, ma viene piantata anche nei giardini e parchi per dare colore e eleganza.

Calcareo o siliceo, non importa di che tipo sia il terreno nel quale cresce. L’importante è che presenti un pH neutro, alti contenuti nutrizionali e che sia discretamente umido per la maggior parte del tempo.

Parti utilizzate

Si utilizza quasi tutta la pianta: capolini e foglie, secchi o allo stato fresco.

tecniche di raccolta

La raccolta dei fiori avviene per tutto l’anno a seconda delle posizione geografica, anche se il periodo migliore è quello primaverile – estivo, che va da marzo a settembre.

Preferibilmente si raccolgono i capolini quando stanno per aprirsi o subito dopo che è avvenuta la fioritura, poiché il contenuto dei principi attivi è al massimo.


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Proprietà e uso nella storia

Conosciuta ed utilizzata dagli antichi romani, la applicavano come un unguento applicato esternamente sulle ferite riportate dai soldati nelle battaglie. È una pianta che viene citata anche da Plinio il Vecchio in un suo scritto.

I medici dell’antica Britannia somministravano del vino nel quale galleggiavano dei fiori di pratolina per prevedere l’eventuale morte, se arrivano conati di vomito, oppure la ripresa, senza vomito, dei malati moribondi.

Sembra che molte teste coronate del passato abbiamo amato questo fiore.

Pare che Luigi IX di Francia si fece forgiare un anello con la forma di margherita.

Si narra che quando Margherita di Valois fu presentata al suo futuro sposo, Enrico IV di Francia, tra i vari addobbi presenti ci fossero anche cesti margheritine, in onore al suo nome.

Un’altra Margherita, Margherità d’Angiò, moglie di Enrico VI d’Inghilterra, prediligeva la pratolina quale soggetto di ricamo per le vesti.

Nel 1700 circa, su proibito il suo utilizzo nei paesi teutonici a causa del fatto che fosse ritenuta abortiva.

descrizione dei principi attivi)

I principi attivi sono molto comuni. Troviamo tannini, saponine, olio essenziale volatile, resina vegetale, e saponine.

Il gusto acre è dato dalla presenza di acido malico, acido ossalico e acido acetico.

Abbondante la presenza di mucillagini.


Margheritina: Benefici ed avvertenze

Astringente

I fiori hanno un potere astringente non molto forte che è indicato nei casi di leggera diarrea o feci troppo molli.

Antitussiva

L’elevato contenuto di mucillagini spiega l’azione bechica che gli è propria, cioè ha la capacità di placcare la tosse, anche quella convulsa. Le mucillagini rendono più lubrificate le mucose della gola, favorendo la fuoriuscita del catarro e di conseguenza placando la tosse.

Diuretica

L’uso delle sole foglie come infuso, invece, trova impiego quale leggero diuretico. Può essere un valido aiuto nella purificazione dei reni, che non devono essere sottoposti a carichi pesanti di lavoro oppure come aiuto nell’eliminazione della sabbia renale.

Anti-infiammatoria

L’azione antinfiammatoria gli è ascritta dalla medicina omeopatica, e non da quella fitoterapica. Infatti in omeopatica è indicata per il trattamento delle ecchimosi.

Antibatterica e antifungina

In vitro sempre avere attività fungicida in modo particolare sulle due specie Candida e Criptococco.

Prodotti in commercio

Polveri più o meno sottili sono disponibili per la preparazione di infusi, con la presenza di almeno del 3% di fiori.

Le soluzioni dei collutori e delle lavande invece vengono preparati a partire dalla tintura, che viene miscelata all’acqua in proporzione di 2 a 8.

Controindicazioni

Allergia alle Compositae.

Avvertenze

Non stata riscontrata alcuna interazione con farmaci



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