Maqui

Caratteristiche della pianta

Ciclicamente nel campo erboristico e di integratori alimentari di origine vegetale scoppia la moda per un determinato frutto o pianta, che viene presentato come rivoluzionario, il migliore, senza eguali per questo o quello aiuto, seconda di cosa le case produttrici abbiano bisogno di spingere.

Spesso e volentieri queste miracolose piante provengono da parti del piante lontane da noi, Giappone e Cina con la loro tradizionale medicina naturale erboristica, zona indocinese per la presenza di foresta pluviale che offre nuove ed eclatanti specie, oppure sud America anche qui per la presenza della foresta amazzonica o per le antiche civiltà quali Maya e Inca.

Sebbene siano mosse commerciali, non è detto che i prodotti che vengono pubblicizzati non abbiano le proprietà reclamizzate.

In questo caso si inserisce Aristotelica chilensis, detta più semplicemente maqui o clon. Pianta quasi esclusiva della Patagonia cilena, che sta incontrando grande successo tra i consumatori di tutto i mondo grazie alla sua indubbia efficacia contro i radicali liberi.

Il maqui è stato classificato come Aristotelia chilensis da Stuntz, il quale creò il Genere in onore di Aristotele, mentre chilensis fa chiaramente riferimento al paese nel quale cresce. All’epoca della scoperta di questa pianta, però, erano numerosi i botanici che si davano battaglia per nominare nuove specie, così a questo alberello sono stati dati altri due nomi botanici: Cornus chilensis da Molina e Aristotelia macqui L'Hér. In ogni caso esiste un solo ed in equivoco maqui.

La pianta si presenta come un arbusto sempreverde, con una corteccia liscia e un legno chiaro, che spesso è usato per la produzione di strumenti musicali.

I numerosi rami portano foglie semplici di forma ovale-lanceolata con i margini seghettati tondeggianti. Crescono opposte e pendenti e non presentano peli.

I fiori sbocciano nella primavera australe, cioè quando da noi è autunno. Sono piuttosto piccoli e di un colore bianco candido. Crescono in infiorescenze cimose all’ascella delle foglie, dando uno spiccato contrasto con il verde intenso delle foglie.

Il frutto è una bacca scura, tendente al viola, come il mirtillo nero, con cui ha in comune anche la forma, la grandezza e anche il sapore. Quest’ultimo pare essere più vicino ad un mix tra mirtillo e sambuco. Gli indigeni chiamano questa bacca “maqui”, ripresa poi sia per la denominazione botanica della pianta, sia per l’identificazione commerciale.

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Coltivazione e origine

maquiSull’origine di questa pianta non si può sbagliare, è il Cile, dove cresce abbondante allo stato spontaneo. La sua diffusione è piuttosto diversificata, infatti cresce per tutta la lunghezza del Cile, dalla provincia di Coquimbo a nord a quella di Aysén a sud. Anche l’altitudine varia alquanto: passa dal livello del mare fino ai 2500 metri di altezza delle montagne.

Negli anni passati, il maqui non era considerato, neanche dagli stessi cileni; una volta scoperta la sua efficacia (e il nuovo prodotto) è stata trapiantata sia in Europa, soprattutto in Spagna e in Inghilterra, ma anche lungo tutta la costa pacifica degli Stati Uniti, da Phoenix a San Diego. In questi paesi sono nate delle vere e proprie coltivazioni, cosa che stenta a decollare nel paese natio, il Cile, dove si continua a sfruttare lo spontaneo.

Da evidenziare che è diventata una specie infestante nelle isole Juan Fernandez dove è arrivata per caso e soprafatto le vegetazione endemica.

L’habitat ideale è quello tipico dei margini forestali, che prevede un terreno molto umido e ricco di sostanza organica, di humus, con pH alcalino, esposto al sole, al limite in penombra. L’abbondanza di acqua e un costante vento fanno quasi parte delle sue esigenze; non necessita nemmeno di particolari temperature, dato che resiste bene anche allo 0 °C e alla neve. Quest’ultima però non deve persistere a lungo.

Parti utilizzate

Vengono utilizzate le bacche e in alcuni casi anche le foglie.

Tecniche di raccolta

Essendo un albero ed avendo un frutto delicato, la raccolta avviene esclusivamente a mano, tra dicembre e marzo, quando in Cile è estate. A volte si può continuare a raccogliere fino ad aprile-maggio, ovvero in autunno. Ovviamente il periodo di raccolta è identico nell’emisfero boreale.


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Proprietà e uso nella storia

Le bacche erano un alimento quotidiano delle popolazioni indigene come gli Araucani, che le mangiavano crude oppure ne fabbricavano una bevanda alcolica, chicha o tecu; mentre chicha indica una generica bevanda alcolica, teku è specifico per il maqui.

Sembra che gli antichi indigeni la offrissero agli ospiti in segno di cordialità o ai nemici in segno di pace, similmente come in Europa viene rappresentata la pianta d’olivo.

Non vi sono studi particolarmente approfonditi sulla fitochimica di questa pianta, forse perché c’è stato un appagamento da parte delle industrie (che sono quelle che sovvenzionano le ricerche) appena scoperta la grande quantità di antiossidanti presenti.

Sono stati riscontrate antociani, responsabili tra l’altro della colorazione scura dei frutti, come le cianidine e le delfinine.

Tra gli altri composti responsabili dell’azione ci sono polifenoli e flavonoidi, come la quercitina e il kampeferolo.

descrizione dei principi attivi


Maqui: Benefici ed avvertenze

Antiossidante

È la principale e più efficace azione del maqui. La ricchezza del suo complesso fitochimico ha la capacità di legare e così neutralizzare i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce del nostro organismo.

astringente

Il succo dei frutti possiede anche un leggero potere astringenti, utile nei casi di diarrea e dissenteria.

Antinfiammatorio - analgesico

Un’altra utile proprietà, questa però riferita all’infuso di foglie del maqui, è quella antinfiammatoria analgesica. Non è paragonabile a quella esplicata da altre piante nostrane, come ad esempio il salice, ma risulta particolarmente indicata per lenire le irritazioni della mucosa orale, bocca e gola. In alcuni casi ha avuto successo anche nel lenire i dolori dell’artrite.

Dimagrante – brucia grassi

Non è stato provato scientificamente, ma alcune società affermano che le bacche di maqui siano capaci di accelerare il metabolismo del nostro organismo, facendo bruciare più velocemente carboidrati e successivamente i grassi. E viene indicata nelle diete per perdere peso.

Prodotti in commercio

Bisogna svolgere qualche ricerca più del necessario per trovare prodotti di maqui, ma il mercato propone sia capsule di polvere di bacche disidratati che puro succo frullato, concentrato o meno.

Controindicazioni

Non si conoscono controindicazioni, quindi è bene sospendere l’assunzione di maqui quando si è sotto cura farmacologica.

Avvertenze

Informarsi bene prima di iniziare l’assunzione di prodotti contenenti questa bacca.



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