Laminaria

Caratteristiche della pianta

In questo articolo non si tratterà di una singola pianta, e nemmeno di una pianta nel senso stretto della parola. Illustreremo le proprietà e le caratteristiche di un intero Genere, le cui specie sono tutte molto simili tra di loro, appartenente all’ordine delle Laminariales, e cioè alle Alghe. Parleremo quindi delle Laminaria.

Le specie per cui questo articolo è stato scritto sono la Laminaria saccharina Lamx, la Laminaria digitata Lamx (conosciuta anche come Fucus digitatus L. da non confondere con i genere Fucus), la Laminaria japonica Aresch e la Laminaria cloustoni Le Jolis; come detto tutte molto simili tra di loro.

Generalmente ci si riferisce a loro semplicemente con l’appellativo di laminaria, senza specificare alcun appellativo. Lo stesso avviene in Francia con Laminaire oppure usano il simpatico nome di baudrier de Neptune, cinturone di Nettuno, a causa della loro forma che ricorda il disegno nel cinturone del dio del mare. Mentre in gran Bretagna, vengono chiamate blade kelp e sea tangle. In Germania blattang o riementag.

Sono formate da lungo tallo nel quale si possono individuare diverse parti specializzate a seconda del compito a cui sono designate. Troviamo una parte basale espansa, il rizoide, che è adibita al fissaggio al substrato, che si solito è roccioso. Una parte cilindrica, sottile e lunga, il cauloide o stipite, che “unisce” il rizoide con la parte nastriforme superiore, divisa in lacinie o aperta a ventaglio, filloide o fronda. Tra stipite e filloide è inserita la zona di accrescimento dell’alga, che prende il nome di meristema intercalare.

Lo stipite risulta coriaceo ma elalastico, lungo circa 1 metro. Deve permettere alle fronde di potersi espandere verso l’alto ma al contempo stesso resistere, piegandosi ma non spezzandosi, alle forti correnti marine. Quando è immerso in acqua, si imbeve a tal punto che il suo diametro può diventare 10 volte maggiore di quando è all’asciutto; questo grazie alla presenza dell’algina.

Le fronde possono diventare molto grandi e raggiungere lunghezze anche di decine di metri, pesando diversi chili.

Colore verde giallastro con un intenso odore di mare o di alga, a seconda di come si vuole associarlo.

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Coltivazione e origine

Le Laminarie sono originarie del Mare del Nord, almeno questo si pensa, dato che la loro presenza in questo tratto di mare è assai maggiore di qualunque altro posto. Si ritrovano con una buona concentrazione anche nella Manica e nell’Atlantico, e in alcune zone dell’Oceano Pacifico settentrionale. Nel Mediterraneo è pressoché inesistente, ad esclusione di alcune zone nello Stretto di Messina.

Vivono ad una profondità massima di 25 metri, quindi relativamente basse, e tendono a formare immense distese, che data la caratteristica lunghezza delle fronde, vengono anche definite come foreste subacquee.

Coltivazioni o allevamenti veri e propri non ne esistono. Per il ripopolamento, si gettano in mare parti di laminaria precedentemente raccolte con tutto il rizoide. Ovviamente la zona scelta per la ricrescita non deve essere immediatamente sfruttata per la raccolta altrimenti non vi sarà ricambio ma solo impoverimento.

Parti utilizzate

Si utilizza tutta l’alga, sia lo stipite che la fronda.

tecniche di raccolta

La raccolta, che avviene durante tutto l’anno, avviene a mano nelle zone costiere, quando la marea si ritira e porta alla luce le piante, oppure raccogliendole direttamente dalle spiagge dopo le intese mareggiate. In questo secondo caso però bisogna fare attenzione che non siano state staccate perché ormai morte, e allora sono da scartare, oppure perché effettivamente strappate dall’impeto delle onde, il che fa si che siano utilizzabili.

Un’altra tecnica, purtroppo distruttiva, è quella di raccogliere dal fondo del mare attraverso speciali reti che fregano sulle rocce, strappando indiscriminatamente l’alga. Questa tecnica è causa dell’impoverimento di questa alga.


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Proprietà e uso nella storia

Già nei primi anni del ‘900, si utilizzava il tallo disseccato e sterilizzato della laminaria (candelette chirurgiche), sfruttando la proprietà di rigonfiarsi in acqua. Venivano inseriti nell’utero o nelle fistole e quindi impregnati di acqua. L’aumento lento ma energico del suo volume, determinava la dilatazione delle cavità senza particolari traumi nei soggetti.

Inoltre si raccoglieva la mannite, o mannitolo, che affiorava dalle laminarie secche. La mannite è una sostanza dolce che può essere usata al posto dello zucchero.

Dalla Laminaria si produce l’Agar agar, sostanza gelatinosa utilizzata nei laboratori come substrato di crescita per i microbi.

descrizione dei principi attivi

Questa alga non ha molecole particolari o principi attivi con specifica azione. Il suo pregio è quello di avere concentrazioni elevate di diverse sostanze che fanno sì che ne diventi la fonte primaria.

Ha alte concentrazioni di sali minerali e di alginati. Per esempio è uno dei principali integratori di iodio, potassio, ma anche di alginati di potassio, calcio e sodio. Gli alginati, soprattutto quelli di sodio, sono usati per lo più come emulsionanti e condensanti.


Laminaria: Benefici ed avvertenze

Ipotiroidismo

Le grandi concentrazioni di iodio, fanno si che la laminaria sia molto utile nei casi di ipotiroidismo, una malattia in cui corpo ha carenza di iodio. In questo caso può essere usata sia come integratore secco che da fresca come insalata.

Antiradiazioni

Sempre per l’alta concentrazione di iodio, si può usare per prevenire l’avvelenamento da radiazioni. L’azione che si richiede è quella di saturare l’organismo con lo iodio naturale, da assumersi entro le 24 ore dall’esposizione alle radiazioni, in modo tale che il corpo non assorba quello radioattivo.

Per tamponare gli effetti nocivi da radiazioni, fu ampliamente usata dopo il disastro di Chernobyl, ma troppo tardivamente. Alla stessa maniera sta accadendo ora in Giappone dove, dopo i disastri dello tzunami, si consiglia alla popolazione nella zona di Fukushima, di assumere laminaria. Consiglio “superfluo” in quanto i giapponesi sono grandi consumatori di Laminaria japonese, oltre che produttori, poiché rientra nella loro dieta come insalata e nella preparazione dello sushi.

Dimagrante – antifame

L’aginato di sodio presente nell’alga è il responsabile del rigonfiamento della stessa quanto viene posta a contatto con l’acqua. Questa qualità viene impiegata nel contrastare fame ingorda, in quando riempie lo stomaco e placca la sensazione di vuoto. Sotto controllo medico è quindi un ottimo aiuto nelle diete ipocaloriche dimagranti.

Emostatico

L’aginato di sodio ha un agente stimolante le capacità coagulanti dell’organismo.

Lassativo

La presenza di mannitolo, che si può anche raccogliere dalle laminarie essiccate in quanto si deposita sopra di esse sotto forma di polvere bianca, mannite, conferisce all’alga un potere lassativo di media intensità. L’industria la lavora per poter estrarre il mannitolo e poi fabbricare prodotti lassativi.

Condensante – stabilizzante

L’industria dolciaria utilizza gli alginati estratti dalla laminaria nella produzione di caramelle e gelati, poiché la forma gelatinosa di questi composti è un ottimo condensante e stabilizzante.

Emulsionante cosmetico naturale

Anche l’industria cosmetica usa gli alginati derivati dall’alga, ma come emulsionanti naturali in creme e lozioni. Gli emulsionanti sono quelle sostanze capaci di far miscelare acqua e olio per periodo più o meno lunghi (tenderanno comunque a separarsi, ma sottoporli ad agitazione e l’emulsione verrà formata nuovamente).

Prodotti in commercio

In commercio si trovano i derivati della polvere di laminaria essiccata, e cioè compresse e capsule.

Per gli addetti ai lavori, ma con qualche ricerca in più anche per le persone comuni, si trovano gli alginati per le lavorazioni alimentari o cosmetiche.

Controindicazioni

Non è indicata a chi soffre di ipertiroidismo.

Avvertenze

Non esagerare nel consumo per evitare un eccessivo accumulo di iodio.



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