Ginko biloba - Ginkgo biloba

Caratteristiche della pianta

Il Ginko biloba è una delle poche piante considerate come un fossile vivente. Questo perché ha caratteristiche cosi uniche che è la sola pianta residua non solo di una Famiglia, ma addirittura di un Ordine, le Ginkgoales, che risale fino al Primario! La sua scomparsa è stata evitata dai monaci buddisti che millenni lo considerano albero sacro e lo coltivano nei loro monasteri e templi.

Considerato albero longevo, arriva anche a 50 anni di vita. È una albero alto fino ai 40 metri e il suo tronco può arrivare a toccare il metro e mezzo di diametro. Esteticamente troviamo dei ginko più slanciati con rami più lunghi e dei ginko più tondeggianti; questa è una differenza tra gli alberi maschili e femminili, infatti il ginko risulta essere una specie dioica, dove gli organi riproduttori non solo sono disposti in apparati differenti, ma anche su piante diverse.

Spesso usati per adornare i parchi e giardini, tra i due sessi viene preferito quello maschile, in quanto il femminile produce degli ovuli che, oltre ad essere tossici, una volta che maturano emanano un tremendo odore nauseabondo.

Tra i rami possiamo identificare di due categoria. Ci sono i macroblasti che sono i rami lunghi con foglie sparse; e i brachiblasti che sono i rami corti con foglie apicali e spiralate tanto da dare l’impressione di essere verticillate.

Le foglie hanno la caratteristica forma a ventaglio, ovvero flagellata, con molte nervature che eseguono l’andamento della lamina e sono caduche. Quelle dei macroblasti solitamente presentano delle incisioni lungo il margine ondulato; quelle dei brachiblasti sono sempre intere.

Il colore è verde chiaro che diventa giallo splendente prima che si stacchino.

Le gemme che danno origine alle foglie, allo stesso tempo danno origine agli organi riproduttori che quindi vengono a trovarsi all’ascella delle foglie.

I maschili portano due piccoli stobili i microsporofilli con sue sacche polliniche nella parte inferiore. I femminili invece portano ovuli isolati oppure accoppiati a due. Ciascun ovulo, a maturità, si ingrossa e diventa carnoso. Il colore e giallo e l’odore, come detto, nauseabondo a causa della fermentazione butirrica.

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Coltivazione e origine

È una pianta originaria della Cina dove è rimasta isolata per lungo tempo. Solo la consacrazione a pianta sacra da parte dei monaci buddisti ha fatto sì che non si estinguesse.

Solo nel 1700 il ginko attirò l’attenzione degli europei, in particolare di Kemfer; è da allora che iniziarono ad importala. Il primo esemplare coltivato nel Vecchio Continente fu nell’orto botanico di Utrecht.

Parti utilizzate

La droga della pianta sono le foglie, indistintamente di piante maschili e femminili.

Tecniche di raccolta

La raccolta delle foglie avviene per mezzo del loro taglio con cesoie o forbici, senza tante complicazioni. Però deve avvenire nei mesi di giugno e luglio, quando si ha il massima concentrazione di principi attivi, prima che comincino a degradarsi e a riempirsi di sostanze di rifiuto che verranno eliminate con la loro caduta.


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Proprietà e uso nella storia

Fin dal VII secolo i cinesi utilizzavano le foglie di ginko come antiasmatico e tonico per la mente.

Sempre da tantissimi secoli, i giapponesi usavo tenere nei libri e quaderni delle foglie di ginko per allontanare gli animaletti ghiotti di cellulosa.

Lungamente considerata solamente pianta da giardini e parchi, rigorosamente solo quelle maschili, dai primi anni ’70 del 900 il ginko biloba ha visto un boom delle ricerche sulle sue proprietà, rendendola forse la pianta più studiata, e dopo pochi anni è stato seguito da un boom di prodotti cosmetici a base di ginko biloba.

descrizione dei componenti

Dati gli innumerevoli studi, si potrebbe dare una lista lunga e precisa di tutti i suoi composti.

Basti ricordare che ci si basa essenzialmente sulla concentrazione di tre tipi di sostanze: i gingkolidi, flavonoidi e del bilabolide, un trilattone.

Tra i flavonoidi troviamo una serie di bisflavoni caratteristici del biloba: ginketina, bilobetina e isoginketina; e anche di comuni eterosidi dei flavonoidi come il kampferolo e il quercerolo.

Oltre a questi sono presenti anche acidi organici, composti fenolici come gingkolo e bilobolo.


Benefici

Circolazione periferica

Se si hanno problemi di circolazione periferica, ad esempio le gambe intorpidite dal freddo anche se non vi è una temperatura invernale, il ginko risulta essere efficiente nel ripristinare la microcircolazione sanguigna nelle zone periferiche. Non solo , i cinesi avevano visto bene nell’uso come tonico mentale, infatti i miglioramenti della microcircolazione si hanno anche a livello celebrale, con un miglior afflusso al cervello.

Vene varicose

Ovviamente migliorando la microcircolazione, il ginko risulta essere adatto anche per alcune affezioni venose come le vene varicose, le emorroidi o le flebiti, tanto da essere stato introdotto nelle terapie mediche da solo o in associazione con composti rutosidici. Grazie all’attività di radical scavenger, ovvero di spazzino dei radicali liberi, protegge i vasi sanguigni.

Antiallergico – antiasma

I ginkgolidi si sono dimostrati potenti inibitori del fattore PAF, fattore attivante le piastrine, rilasciato dai globuli bianchi, che ha un ruolo di primo piano nei fenomeni di infiammazione.

Il PAF è capace di riprodurre la situazione di una reazione allergica, perciò il ginko, capace di competere con questo, può fungere come potenziale antiallergenico, antinfiammatori, antiasma.

Cosmetica – anti età

Il boom avuto nelle cosmetica non è stato solamente una moda dettata dalla nuova pianta, altrimenti non si spiegherebbe perché è ancora oggi usato. Infatti dagli studi effettuati è risultato avere la straordinaria capacità di radical scanveger sui radicali liberi che vanno ad attaccare la pelle e renderla precocemente più vecchia.


Ginko biloba: Prodotti e avvertenze

Prodotti in commercio

Le forme farmaceutiche più presenti in commercio sono quelle delle creme, che a seconda della composizione possono prendere il nome di elasticizzati, anti-età o anti-radicali liberi (che poi sono grosso modo tutte la stessa cosa). Comunque tutte contenenti estratti di ginko biloba.

Un'altro tipo di uso che si può fare, sebbene sia notevolmente più raro, è quello della somministrazione in polvere o in tintura.

Controindicazioni

Non assumere in caso di gravidanza e non somministralo ai bambini inferiori di 12 anni.

Assolutamente da evitare l’assunzione in caso di trattamenti con anticoagulanti o anti aggreganti piastrinici.

Riduce l'azione di antiepilettici beta bloccanti.

Non associarlo alla contemporanea assunzione di aspirina.

Avvertenze

Nonostante i semi siano usati come antitussivi ed espettoranti in Asia, sono altamente tossici: la loro ingestione può portare alla morte.

Il contatto con la polpa degli ovuli maturi porta a forti irritazioni cutanee.



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