Finocchio - Foeniculum vulgaris

Caratteristiche della pianta

Il Foeniculum vulgare Gaertn, classificato anche come Poeniculum officinale Mill, è il finocchio, nelle sue due varietà dolce, quello usato come insalata, e amaro, il finochietto selvatico tanto usato per aromatizzare le preparazioni sotto olio (olive in modo particolare), formaggi, salumi, salse, pane, per lo più fatti in casa.

Molti gli appellativi con cui è chiamato, tra quelli meno associabili alla pianta al suono della parola troviamo: erba fugna, erba bonna, scartossè, anito, spogna, madaro e fanil. Ma ci sono anche tutta una serie di nomi con la radici di finocchio, come finocc o finucchieddu o fenugliu.

Sebbene siano la stessa pianta, qui parleremmo di quello amaro, il finocchietto selvatico, che è considerato pianta aromatica.

È una pianta facente parte delle Apiacee o Ombrellifere, cosi chiamate per la caratteristica infiorescenze ad ombrello.

Una pianta erbacea biennale o perenne che può raggiungere anche i due metri di altezza.

Il finocchio presenta un bulbo carnoso, il grumolo, di colore bianco o verde chiaro. È formato dalle guaine fogliari basali, strettamente ammassate una sull’altra e attaccate al un fusto molto corto cilindrico e striato, anch’esso sito al livello terra.

Le foglie terminali sono multifide ovvero delle lacinie filiformi, che si inseriscono negli steli, che a loro volta si innestano nel fusto con una guaina avvolgente (che origina il grumolo).

I fiori sono piccoli, gialli e sono disposti nelle caratteristiche infiorescenze ad ombrella terminale composta, con le varie ombrelle di lunghezza irregolare con l’assenza di involucro e involucretto.

Calice nullo, nella corolla presentano 5 petali ovali, interi ma troncati alla base.

La fioritura del finocchio avviene nei mesi estivi più caldi, luglio o agosto.

Due logge uniovulate dell’ovario, danno origine ad un frutto composto: un achenio doppio, che contiene due semi verdastri saldati, piccoli, ovali e con 5 coste salienti.

I rutti maturano nel giro di un mesetto circa, quindi a settembre.

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Coltivazione e origine

È una pianta originaria dell’Europa, ma al girono d’oggi la si può individuare un ovunque nel mondo: Asia, Africa, e Sud America.

Campi incolti e terreni aridi o prati erbosi con terreno di medio impasto con presenza di sostanza organica sono le zone in cui è più probabile trovare la pianta. Mentre il finocchio coltivato richiede frequenti e abbondanti irrigazioni, a quello selvatico basta l’acqua piovana o quella che riesce a assimilare crescendo in prossimità di fonti d’acqua come rii o fiumiciattoli. Il clima preferito è quello a carattere temperato mediterraneo.

Parti utilizzate

Si sfruttano le proprietà dei frutti del finocchio essiccati, che spesso sono erroneamente chiamati semi.

Tecnicamente si chiamano schizocarpi o acheni, e vengono raccolti a maturità in settembre.

Tecniche di raccolta

Poiché il finocchietto selvatico, come dice il nome stesso, si trova solo allo stato spontaneo si deve raccogliere a mano con l’ausilio di forbici o delle lame andando a cercarlo nelle zone in cui cresce.


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Proprietà e uso nella storia

Conosciuto fin dagli antichi greci, la sua diffusione pare sia dovuta ai romani.

I greci lo chiamavano marathon poiché nella zona di maratona cresceva abbondante.

I romani invece ritenevano che avesse poteri per curare i problemi alla vista dato che i serpenti si strusciavano sul finocchio per eliminare la pelle dagli occhi durante la muta. Da questa osservazione ritenevano anche che curasse dai veleno dei rettili.

Un altro uso era quello di aggiungerlo al vino scadente in quanto ha la proprietà di far sembrare buono anche quello acidulo: da questo uso è nato il modo di dire “farsi infinocchiare”.

Nel medioevo il finocchio selvatico veniva aggiunto ai roghi per nascondere l’odore pungente di carne bruciata. Pare che derivi da quest’usanza denigrare gli omosessuali con il termine finocchio.

Per Dante, i finocchi erano i traditori: “E quei, ch'io non credeva esser finocchi, [traditori] ma veri amici, e prossimi, già sono venuti contra me con lancie, e stocchi”.

descrizione dei componenti

Il composto principale è un olio essenziale composto essenzialmente di anetolo, ma anche estrapolo, cavolo, pinene canfene, limonene, fenicolina e fellendrene.

Quest’olio è contenuto tra il 2% e il 6%, ma secondo la Farmacopea Ufficiale IX deve essere minimo il 4%.

Sono presenti anche proteine, pectina, zuccheri, olio grasso e flavonoidi, oltre ad una serie di acidi grassi.


Benefici

Carminativo

La proprietà principale e più conosciuta che ha il finocchio è quella di riuscire ad eliminare i gas di troppo, quelli che “gonfiano”, dall’intestino e dallo stomaco. Quindi aiuta nei casi di aerofagia, aerogastria e meteorismo.

Anticolico – digestivo

L’olio essenziale agisce a livello della muscolatura liscia dell’intestino, regolarizzandone le contrazioni in caso di spasmi intestinali in presenza di coliche croniche, dispepsie da atonia gastrointestinali. Aiuta anche la digestione che crea pesantezza allo stomaco.

Galattogeno

In medicina popolare viene usato nei casi di ipogalattia, per aumentare la produzione di latte nelle puerpere. Viene spesso associato al fieno greco, che ha la medesima proprietà, anche per mitigare il sapore amaro che ha quest’ultimo con il dolce del finocchietto.

Un’azione che recenti studi ha confermato e chiarito che ha una specifica azione sulla mammella senza avere effetti su endometrio, miometrio e cervice uterina come invece ritiene la medicina popolare.

Espettorante

L’azione a livello dell’apparato respiratorio stimola la motilità delle cilia, facilitando così il viaggio verso l’esterno di muco e corpuscoli estranei nei casi di affezioni bronchiali e broncopolmonari. A differenza di altri espettoranti, qui non sia ha un aumento della fluidità del muco, ma è proprio un’azione meccanica del nostro organismo. Vista la diversità d’azione si può associare a qualche altra pianta espettorante mucolitica per poter avere un’azione più efficiente.


Finocchio: Prodotti e avvertenze

Prodotti in commercio

È una droga molto diffusa nel panorama erboristico italiano. La forma che meglio trattiene i principi attivi e quindi ha un maggior effetto è quella dell’estratto fluido o delle capsule di estratto standardizzato. La polvere per infusi è si presente ma poco efficace in quando dai semi non triturati si riesce estrarre poco olio essenziale, mentre in quelle con i semi triturati, l’olio essenziale tende a volatilizzare.

Usata in pediatria sotto forma di sciroppo, confetti o caramelle. Anche la tisana va bene, proprio per il fatto che ha basse concentrazioni adatte ai bambini.

Controindicazioni

Non somministrare l’olio puro ai bambini e alle donne in gravidanza poiché c’è il rischio che causi laringospasmi e dispnee.

Avvertenze

In alcune partite arrivate dall’esterno sono stati trovate contaminazioni da semi di miglio e frumento, forse per aumentare il peso.

Conservare al riparo dalla luce e in contenitori di vetro e non di plastica per la presenza dell’olio essenziale.



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