La sua origine non certa, ma in molti ritengono che sia originaria dell’Asia e che poi sia stata diffusa dai commercianti, altri sono più precisi individuando nei Berberi gli autori della sua diffusione.
Cresce dalla pianura fino ai duemila metri delle zone montane di tutta l’Europa fino al Caucaso. In Italia è comune sulle Alpi, dove non si coltiva il grano, rara nel resto della penisola; assente in Calabria, Sicilia e Sardegna.È oramai una pianta quasi impossibile da trovare allo stato agreste. Infatti è stata estirpata senza cura, sopratutto nei dintorni dei campi coltivati, quelli coltivati a frumento in particolare; questo perchè risulta essere l’ospite intermedio della Puccinia graminis Pers., fungo parassita del grano, chiamato anche “ruggine del grano”.Il terreno che predilige è quello calcareo – argilloso, ben drenante ed esposto al sole. Ha bisogno di frequenti annaffiature quando è giovane; quando è adulta la sola pioggia riesce a soddisfare i suoi fabbisogni. Da tener presente che la scarsità di acqua è sì ben tollerata, ma questa induce ad una più veloce e maggiore trasformazione delle foglie in spine.Il crespino si moltiplica o per seme a novembre o per talea a fine agosto – inizi di settembre. Le talee prima devono radicare in un miscuglio di sabbia e terriccio, dopodichè le nuove piante possono essere messe a dimora in inverno (ottobre – aprile) in buche profonde e ben drenate.Una concimazione organica è ben gradita dalla pianta.Parti utilizzate Sono tre le parti della pianta che vengono utilizzate nella fitoterapia: la corteccia delle radici, che viene raccolta in autunno inoltrato; le foglie, raccolte in primavera; infine i frutti che vengono colti a maturazione.Tecniche di raccoltaNon vi è una vera e propria tecnica di raccolta.La corteccia si stacca praticando quattro incisioni a rettangolo e staccandola dal resto dell’albero.Per le foglie e i frutti invece si possono utilizzare delle forbici da giardino e piccole cesoie, facendo attenzione alle spine. TRIFORTE Men Performance | Testosterone + Potenza + Energia | 90 Capsule Prezzo: in offerta su Amazon a: 29,9€ (Risparmi 5€) |
Nel medioevo lo si usava erroneamente come cura contro il tifo. La credenza che potesse combattere questa malattia era data dal fatto che è in grado di abbassare la temperatura corporea e a dare un momentaneo sollievo, senza però intaccare la vera causa della malattia.
Principi attivi (descrizione dei componenti)La corteccia del berberis è ricca di alcaloidi isochinolinici, in modo particolare di berberina, con una concentrazione che può arriva anche al 1,3%; questa molecola è anche un colorante giallo. Altri alcaloidi presenti sono la oxiacantina, la berbamina, la palmatina, la beberubina, la columbamina. Si riscontrano anche resina, olio essenziale, mucillagine, zuccheri, pectina e tannini.Anche le foglie presentano alcaloidi, ma è presente la sola berberina; inoltre troviamo l’acido citrico e malico. Questi due acidi sono presenti anche nei frutti assieme all’acido tartarico, pectina, gomma e zuccheri.Stomachico - eupeptico
È un tonico amaro usato come stomachico nelle dispepsia; regolatore della funzionalità digestiva. Ha anche il potere di stimolare l’appetito nei casi di inappetenza.Lassativo A dosi elevate, ma non eccessive, è un purgante di lieve entità, utile nei casi di costipazione e stipsi.Epatoregolatore Agisce regolando l’attività del fegato attraverso un’azione purificatrice, facendolo rientrare nei limiti funzionali nei casi di ipertrofia epatica e ittero.ColagogoStrettamente legata alla funzione epatoregolatrice è quella più specifica della produzione e rilascio della bile, colagogo per l’appunto, che previene positivamente i casi di litiasi biliare (calcoli biliari).Ovviamente vi è anche una miglior emulsione dei grassi a livello intestinali causata dal maggior rilascio di bile.DiureticaLa funzione diuretica è data per lo più dalla foglie. Indicata nei casi di idropsia, termine medico per indicare l’accumulo di liquidi. Con questo effetto, il berberis è indicato per chi soffre di renella, cioè depositi sabbiosi nei reni. Infatti ne facilità l’eliminazione tramite l’urina ed evita che si accumuli gli ossalati, responsabili della sua formazione ed eventualmente trasformazione in calcoli.Antiscorbutico – adattogenola grande quantità di vitamina C, fa si che la si possa catalogare come pianta antiscorbutica. Anche al giorno d’oggi lo scorbuto è praticamente scomparso, ciò non vuol dire che non si possa sfruttare il suo contenuto in vitamina C come adattogeno contro i raffreddori invernali e primaverili.FebbrifugoLa proprietà di abbassare la temperatura corporea contenuta nei frutti, spingeva il berberis ad essere usato come febbrifugo generale, sia che si trattasse di febbre da influenza, che febbre tifoidea. Prodotti in commercioPotendo usare tutte le parti della pianta, si possono realizzare tutte le forme: polvere per capsule e compresse, decotti, tisane ed infuso, estratti fluidi e tinture. ControindicazioniNon sono state riscontrate interazioni con farmaci.AvvertenzeAd alte dosi si possono avere intossicazioni a causa dei molti alcaloidi presenti. Si sconsiglia la somministrazione ai bambini.
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