Agnocasto - Vitex Agnus-castus

Caratteristiche della pianta

La Vitex agnus castus è il nome botanico attribuito all’agnocasto, pianta prescritta in maniera quasi automatica dai medici erboristi alle donne in menopausa o con problematiche legate al ciclo mestruale.

Il suo nome deriva dalla particolare flessibilità dei suoi rami con i quali si era soliti legare i tronchi tra di loro per la realizzazione di palizzate o per la fabbricazione di panieri e cestini in generale.

Un altro famoso nome con cui è conosciuto è pepe dei monaci o pepe falso. Altri sono legno casto, vitica, albero del pepe, tremexie, malvavisco, peverar veteca, legani sbringhio marino, canapazzo, tramalice, ligara, laniu,lacanu, sammucu de arriu.

In inglese lo chiamano chaste tree, in francese gattilier, in tedesco mullen, in spagnolo agnocasto.

È una pianta arbustiva, della famiglia delle Verbanacee, che difficilmente arriva ai tre metri di altezza. Può essere spontanea, ma anche coltivata, sia per ornamento che per la fabbricazione di prodotti erboristici.

I fusti e i rami sono molto flessibili, quadrangolari e cotonosi in gioventù ma non nello stato adulto.

Le foglie sono opposte e caduche, lungamente picciolate e fortemente palmate, tanto da risultare dalle 3 alle 7 sezioni-foglioline, unite tutte in un unico punto centrale. Queste sezioni sono lanceolate e a margine intero.

I fori sono di un blu particolarmente vivace, raccolti in lunghe spighe terminali interrotte.

Il frutto è una drupa globosa e carnosa, di colore nero a maturità.

Il seme è un nocciolo quadriloculare.

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Coltivazione e origine

L’agnocasto quando è spontaneo predilige zone come sterpeti o dune, ai margini delle strade, ma in special modo lungo i corsi d’acqua o dove il terreno rimane per la maggior parte del tempo fresco e umido.

È diffuso in tutta l’Europa, senza distinzione, dalla pianura alla montagna.

La propagazione per seme è possibile, ma si hanno dei risultati solamente se si pratica in semenzaio. La semina diretta in campo è da sconsigliarsi; in tal senso è meglio utilizzare delle tale legnose, da prelevarsi in estate e trapiantare sul finire della stagione.

La concimazione ideale per l’agnocasto è quella organica, stallatico maturo, da distribuire una volta all’anno prima della ripresa vegetativa.

Parti utilizzate

Si utilizzano i frutti maturi essiccati.

tecniche di raccolta

La raccolta delle drupe può avvenire tagliando grossolanamente le parti a cui sono attaccate, per poi fare un’operazione di pulizia e cernita in un secondo momento, oppure tagliando di precisione solamente i frutti, passando poi direttamente all’essiccazione dei frutti.


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Proprietà e uso nella storia

Al tempo di Dioscoride, l’agnocasto era dato contro i morsi di animali selvatici, contro l’ingrossamento del fegato e l’idropsia. Sempre in questo periodo era la pianta delle sacerdotesse consacrate a Cerere, dea della fertilità. Per questo le donne del tempo era solite adornare la propria camera matrimoniale con i suoi frutti o fiori per propiziare una eventuale concepimento.

Nel Medioevo, invece, erano i monaci a fare uso dell’agnocasto, attribuendogli proprietà calmanti per gli impulsi libidinosi. Oltre che usare portare alcuni fiori legati al saio, erano anche soliti cibarsene come condimento delle insalate, tanto che da qui è nato il sopranome di pepe dei monaci.

E invece dagli anni ’30 che, grazie agli studi scientifici moderni, si è scoperto che ha solamente effetti sulle donne, mentre non si riscontra alcuna azione specifica negli individui di sesso maschile.

proprietà dei principi attivi

Dai fiori di agnocasto può essere estratto dell’olio essenziale, in concentrazione pari al 1,5 – 1,6%, contenente cineolo, pinene, borneolo, canfora e limonene.

Sono presenti anche flavonoidi glicosidati come la casticina, vitexina e vitexinina; un principio amaro chiamato castina, gli iridoidi agnuside e aucubina, che funge anche da parametro di controllo per la qualità dei prodotti di agnocasto.

Tracce di acidi grassi, in modo particolare di acido palmitico, un alcaloide, la viticina, vitamina C e carotenoidi.


Agnocasto: Benefici e avvertenze

Disordini mestruali

L’agnocasto è una pianta che effettivamente riesce ad alleviare molti problemi legati alle irregolarità delle mestruazioni. La capacità di regolare gli equilibri degli ormoni quali estrogeni e progesterone, fa si che vadano a regolarizzarsi anche i cicli mestruali mensili, sia che la donna sia affetta da amenorrea che da dismenorrea.

Sindrome premestruale e Menopausa

Per il fatto che riesca ad equilibrare gli ormoni “femminili”, fa si che l’agnocasto possa essere visto come un concreto aiuto alle donne che entrate in menopausa, i cui ormoni sono fortemente fuori scala, o che soffrono della sindrome premestruale. Vengono cosi ad attenuarsi e in alcuni casi a scomparire, o non comparire, stati tipici come ansia, irritabilità, tristezza, mal di testa, ritenzione idrica e aumento dell’appetito.

Prodotti in commercio

Le forme farmaceutiche più convenienti nell’assunzione dell’agnocasto sono quelle degli estratti, in modo particolare quello fluido, che non ha bisogno di essere diluito, e le sue gocce possono essere assunte direttamente.

Anche l’estratto secco è in commercio, ma per lo più questo viene usato per riempire le capsule, nelle quali raramente si trova la polvere dei frutti.

Controindicazioni

Data l’azione ormonale che sprigiona, la sua assunzione è vivamente sconsigliata se si è in stato di gravidanza e durante l’allattamento.

Un assumere in concomitanza con farmaci anti dopaminergici (antagoniste della dopamina) in quanto verrebbero accentuati eventuali effetti secondari.

Avvertenze

Possono comparire esentemi pruriginosi ed episodi di orticaria durante la sua assunzione.

Potrebbe interferire con i contraccettivi orali.



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