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Nel caso dei grassi saturi, non è sufficiente monitorarne i singoli livelli, ma è importante anche poter garantire al proprio corpo il giusto equilibrio tra i diversi elementi, in questo caso tra omega 6 e omega 3. Il rischio, nel caso di uno squilibrio che comporta livelli troppo elevati di omega 6, è quello di rompere il delicato equilibrio che permette di contrastare in modo efficace ogni stato infiammatorio. Ne risulterà una maggiore facilità a sviluppare delle infiammazioni, soprattutto nei soggetti già sensibili, oppure una maggiore difficoltà nel contrastarne la guarigione. Gli stati infiammatori in questione possono anche diventare cronici a causa di livelli elevati e prolungati di omega 6: tra i disturbi che maggiormente risentono degli alti livelli di questi grassi si ricordano l'asma, le allergie, il diabete e le diverse forme di artriti e artrosi. Inoltre, lo squilibrio tra questi grassi può comportare danni ancora maggiori, ad esempio favorire la degenerazione progressiva causata dall'Alzheimer. Un eccesso di omega 6, in sfavore degli omega 3, può comportare anche problemi cardiovascolari ed esporre il corpo a maggiori rischi di infarto: gli omega3, infatti, sono importanti dal punto di vista cardiovascolare e per tenere sotto controllo la pressione. Con la dieta dei paesi occidentali, invece, è molto raro che si verifichi la situazione contraria, con una carenza di omega 6.
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Da quanto visto finora, si evince che gli alimenti ricchi di omega 6 devono essere conosciuti più per sapere quali alimenti ridurre nella propria dieta, piuttosto che per operare delle integrazioni di questi tipi di grassi. E' facile, infatti, che gli omega 6 vadano piuttosto a rompere per eccesso l'equilibrio con gli omega 3 assunti attraverso la dieta quotidiana. In linea generale, se si hanno problemi di eccesso di omega 6, occorrerà intervenire per assumere prevalentemente alimenti poveri di questi grassi e ricchi invece di omega 3. Tra questi alimenti, il pesce azzurro è uno di quelli che offre le condizioni migliori, mentre sono da evitare, o quantomeno limitare, gli alimenti particolarmente grassi. Sono ricchi di omega 6 anche alcuni oli utilizzati utilizzati in cucina, come l'olio di semi, l'olio di girasole, l'olio di mais e l'olio di arachidi. Anche se rare, comunque, le carenze di omega 6 possono verificarsi e far insorgere alcuni sintomi come fegato ingrossato, frequente necessità di bere e facilità di formazione di lesione cutanee. In questo caso, una correzione della propria dieta e una integrazione tramite prodotti specifici può risultare importante.
Come visto, integrare gli Omega 6 non è una necessità particolarmente diffusa, dal momento che gli eccessi sono più frequenti delle carenze. Questo non significa, però, che non possa capitare: in tal caso ricorrere agli integratori è una buona soluzione se supportata dal consiglio del proprio medico. Dal momento che le quantità di omega 6 devono essere ben bilanciate con le quantità di omega 3 all'interno del nostro organismo, di frequente gli integratori sul mercato offrono un mix di queste sostanze e sono pensati per calibrare correttamente la loro presenza, mantenendoli in equilibrio. Gli integratori che si trovano con maggiore frequenza sono quelli di omega 6 e omega 3, oppure di omega 6, omega 3 e omega 9. Naturalmente, il prodotto da utilizzare verrà selezionato in base alle esigenze specifiche e sulla base delle indicazioni mediche. Non basta individuare gli integratori degli acidi grassi necessari alla salute, ma occorre anche assicurarsi che essi offrono il bilanciamento necessario a correggere gli squilibri presenti nel proprio organismo.
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