Le labbra, come già accennato, sono il punto forte di un viso. Certo, se già si possiedono per natura, labbra carnose e sane ci si può ritenere davvero soddisfatti, ma col tempo anche le labbra più belle e piene vanno incontro ad un decadimento. Come accade a tutti i tessuti del proprio organismo, con l’avanzare della vecchiaia, la pelle perde la sua idratazione ed elasticità e comincia a ritirarsi e ad apparire meno polposa, inoltre, si rendono sempre più evidenti quei detestabili segni, le rughe, che cominciano a contornare le labbra. Quando le proprie labbra assumono l’aspetto del cosiddetto codice a barre, si può decidere di accettare tale condizione e viverla nel migliore dei modi, oppure intervenire con rimedi estetici o chirurgici più o meno intrusivi. Per rendere delle labbra che hanno perso il loro naturale volume più piene e sensuali, così come le si possedeva durante la giovinezza, si possono adoperare diverse strategie, una di queste è ricorrere alla chirurgia estetica sottoponendosi a filler, ovvero iniezioni di materiale di riempimento.
I fillers, come dice la parola stessa, sono sostanze che vanno a riempire quei solchi lasciati dal tempo, le tanto demonizzate rughe. Tali sostanze vengono iniettate con delle piccole punturine intorno al contorno labbra o all’interno delle labbra stesse, permettendo loro di rigonfiarsi e modellarsi come se ciò avvenisse in maniera del tutto naturale. Il risultato, infatti, nella maggior parte dei casi è assolutamente naturale, a patto che l’operazione venga fatta nella maniera migliore e senza turbare la costituzione delle labbra stesse e del viso. Le sostanze di riempimento utilizzate possono essere sia naturali che sintetiche. La scelta di queste ultime dipende dal risultato che si vuole ottenere e dalla durate dell’effetto di riempimento. L’intervento non è invasivo e non si ha bisogno del ricovero, esso, infatti, viene effettuato in laboratorio senza alcuna anestesia. Finito il ciclo di punturine, il paziente può tranquillamente riprendere le sue attività perché l’unico segno visibile è un leggero gonfiore presente solo per il primo, o al massimo, secondo giorno.
Esistono diversi tipi di filler che vengono classificati in base alla sostanza utilizzata per il riempimento. Esistono, infatti, filler del tutto riassorbibili, filler semipermanenti, e filler permanenti. In genere i filler maggiormente preferiti sono quelli riassorbibili soprattutto negli ultimi anni, da quando, la cosiddetta “plastica” è passata di moda. Essi, infatti, hanno un effetto temporaneo che va dai 4 ai 6 mesi e vengono totalmente tollerati dall’organismo tanto è vero che dopo un certo periodo vengono riassorbiti. Per questo tipo di filler si utilizza prevalentemente il collagene e l’acido ialuronico. L’acido ialuronico è assolutamente indicato per questo tipo di trattamenti dato che èp una sostanza prodotta in maniera naturale del proprio organismo e costituisce i tessuti della nostra pelle donando loro una naturale idratazione ed elasticità. Una volta effettuate le punturine di acido ialuronico, esso va a riempire i solchi della pelle, la idrata e le dona un aspetto elastico e molto più resistente alle sollecitazioni. L’acido, poi, viene gradualmente riassorbita dall’organismo nel corso dei quattro o sei mesi. Il tempo che l’acido impiega per essere riassorbito varia a seconda della consistenza delle micro particelle e dei legami tra essi che vengono sintetizzati. Per quanto riguarda, invece, i filler semipermanenti e permanenti, le sostanze utilizzate sono per lo più sintetiche e non ben gradite dall’organismo che, nei casi più gravi, vengono rigettate dal proprio corpo attraverso reazioni allergiche. In passato, come già accennato precedentemente, veniva utilizzato un filler estremamente artificiale il cosiddetto silicone, il cui utilizzo è stato, poi, vietato dallo stato italiano intorno agli anni 90.
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