Bruciature

Le bruciature

Un proverbio dice: “chi gioca con il fuoco, si brucia”. Il significato di tale detto, cioè a rischiare troppo poi ci si fa molto male, è ben evidente anche senza doverlo interpretare più di tanto. Ma quello che fa poi male non è tanto il fuoco, quanto la scottatura che ne consegue, e chi si è mai bruciato con il fuoco, ben sa quanto dolore ne può scaturire.

Le bruciature, per quanto piccole possano essere, provocano sempre, in qualunque parte del corpo avvengano, un dolore intenso, che può essere solo istantaneo o permane a lungo nel tempo, fintanto che la ferita non è del tutto guarita.

Esse non sono altro che una lesione a carico del tessuto epidermico, il quale può essere colpito solo superficialmente oppure essere danneggiato fino in profondità, e allora si parla più propriamente di ustioni.

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Classificazione

Le bruciature o ustioni sono classificate in gradi, dal primo al terzo, e ciascuno di essi indica la gravità del danno. Nei casi più gravi quando sono colpiti anche i muscoli si può parlare di quarto grado, ma in questo articolo non ce ne occuperemo in quanto vanno ben oltre la bruciatura.

Iniziando dal terzo grado, queste sono le ustioni più gravi che ci si possa procurare, ma paradossalmente sono anche quelle in cui non si sente dolore. Il danno è cosi profondo che vengono distrutti anche i recettori del dolore, che quindi non possono trasmettere la sensazione al cervello. Inoltre, sempre a causa della profondità del danno, sulla superficie della pelle non compaiono nemmeno le vesciche, tipiche di un’ustione di secondo grado. La guarigione è la più lunga tra tutte. Spesso il paziente deve trascorrere parte gran parte della prima fase della degenza in una camera sterile per evitare che ossa contrare infezioni, le quali, dato il suo stato, potrebbero ucciderlo. Una volta guarito, il paziente porterà per sempre i segni di tale incidente poiché si formano delle particolari cicatrici, detti cheloidi. Quasi sempre richiedono un intervento di chirurgia plastica poiché sono antiestetiche, se non deturpanti.

Le bruciature di secondo grado sono facilmente riconoscibili. Oltre all’intenso dolore che provocano e che permane fino alla guarigione completa, portano anche alla comparsa di vesciche sierose. Curare questo tipo di danno richiede tempo e particolare attenzione per evitare che la ferita si infetti. In questi casi, la comparsa di cicatrici è quasi certa, sebbene non siano cosi vistose come quelle di terzo grado.

Infine ci sono le bruciature di primo grado,quelle più leggere e meno preoccupanti. Ad essere danneggiata è la sola parte superficiale della pelle, che produce immediatamente un arrossamento più o meno intenso, senza vesciche, ma che fortunatamente sparisce in pochi giorni.


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Cosa provoca la bruciatura

La bruciatura è una lesione delle pelle causata da per la maggior parte delle volte da una fonte di calore particolarmente intensa, un oggetto rovente o un liquido bollente. Tra le cause primarie troviamo il contatto con una fiamma libera, come quella dei fuochi da cucina o del caminetto; latte, caffè o olio bollenti; bruciature a ferro da stiro o da caffettiera.

La gravità della bruciatura è data non solo dalla temperatura dell’oggetto surriscaldato, che comunque incide non poco, ma anche dalla durata di contatto con la pelle.

Un altro elemento che provoca bruciature è la corrente elettrica. Basti pensare a come si cuoce la carne al grill o al forno elettrico. Più di un’intuizione di ciò la si ha quando si prende una scossa elettrica e subito dopo si sente un odore di bruciato e un bruciore nella parte che è andata a contatto con la fonte elettrica.

Altri tipi di bruciature molto comuni sono quelle estive causate dal sole e dalla pigrizia di doversi spalmare la crema protettiva con il filtro solare. In estate i raggi solari arrivano on una inclinazione diversa, sono più diretti e la loro intensità è tale da “cuocere” la pelle dell’uomo, anche con una sola esposizione prolungata per quattro ore.

Ci sono poi le ustioni da sostanze chimiche, acidi o basi. Le più comuni in casa sono quelle date da acido muriatico o da soda caustica, prodotti usati per le pulizie, che se non vengono maneggiati con cautela, meglio se indossando guanti di plastica, a contato con la pelle provocano bruciature ed ustioni.

Esistono anche le ustioni da freddo, come quelle causate da ghiaccio, ma in questi casi si parla di geloni o congelamento, ma sempre di lesioni dell’epidermide si tratta.


Cosa fare – cosa non fare

Bisogna subito dire che nei casi di bruciature terzo grado è obbligatorio recarsi al più vicino pronto soccorso o chiamare un’ambulanza fornendo quanti più dettagli possibili affinché al loro arrivo i paramedici sappiano già cosa troveranno e porteranno un aiuto tempestivo.

Quando invece sono presenti le vesciche, quindi è di secondo grado, sarebbe consigliato il pronto soccorso, ma potrebbe bastare il consulto con il medico di famiglia, che valuterà con precisione la gravità della lesione e consiglierà la cura e le medicine più indicate.

Per le bruciature di primo grado invece non c’è bisogno di chiamare l’ambulanza in quanto si può trattare l’infortunio da se.

Un’azione dannosa, ma che spesso si sente suggerire come rimedio infallibile della nonna, è quello di cospargere la parte di olio di oliva. Come detto da evitare, in quanto l’olio forma una patina, un film lipidico che trattiene il calore invece di aiutare a dissiparlo, tanto che ciò potrebbe aggravare la bruciatura.

Utile invece è immergere la parte in acqua fredda, meglio ancora se sotto l’acqua corrente di un rubinetto, in modo da raffreddare la parte, bloccare il dolore e ridurre l’eventuale gonfiore.


Bruciature: Rimedi erboristici

Per le piccole bruciature di primo grado, si può ricorrere all’ausilio di alcune piante. Su tutte l’Aloe vera. Tagliarne una foglia e tamponare la parte bruciata con la polpa succosa che si trova all’interno ha un effetto paragonabile a quello della ben più nota pomata gialla Foille.

Questo trattamento risulta utile anche per le scottature estive alle spalle, e non solo.

Se l’uso dell’olio di oliva come rimedio della nonna è sbagliato, non lo è un'altra cura della nonna, quella della patata. Sin dai tempi remoti infatti su usa la patata sbucciata e a fettine, per coprire una maggior superficie e per una più facile applicazione. Il tubero favorisce la dissipazione del calore e i suoi costituenti aiutano la ricostruzione degli strati epidermici bruciati.

Altre piante da usare in cataplasmi da applicare sulle bruciature sono le foglie fresche di Agrimonia, Ortica, Consolida, o di Tossillagine. Si possono usare abbinate tra di loro o singolarmente.

Per tutte, comunque, bisogna pestarle fino a ridurle in una poltiglia succulenta, che poi va applicata per una decina di minuti per due o tre volte al giorno.



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