Mal d'orecchio

Mal d’orecchio

L’udito, dopo la vista, è forse il senso a cui noi ci affidiamo maggiormente per lo svolgimento della vita quotidiana. Ascoltare le conversazioni, sentire qualcuno che ci chiama, ma anche percepire i suoni d’allarme come una sirena di una autoambulanza, il ticchettio del semaforo pedonale o i più gradevoli e rilassanti suoni della natura come il cinguettio degli uccelletti o il suono delle onde del mare che si infrangono sulla scogliera. Sono tutti suoni che per lo più diamo per scontati senza invece apprendere appieno la loro bellezza e soprattutto necessità.

L’organo atto a percepire tutto questo, armonie o frastuoni che siano, sono come sappiamo bene le orecchie (e non gli orecchi come a volte si sente erroneamente dire), una per lato della testa. Quest’organo non è composto solamente dalla parte esterna, che prende il nome di padiglione auricolare, ma anche da una parte interna molto più importante: l’orecchio interno. Qui risiedono le delicate e complicate funzioni della percezione del suono, grazie al timapano, all’incudine, al martello e alla staffa (questi tre sono le ossicine tra le più piccole del corpo umano), oltre che alle trombe di Eustachio, un condotto che mette in collegamento l’orecchio con la faringe.

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Cause del mal d’orecchio

Si parla genericamente di mal d’orecchio quando c’è anche una sola parte che lo compone che duole. In medicina il mal d’orecchio è detto otalgia. Spesso però i pazienti utilizzano il termine otite, anche se questa però si riferisce specificatamente ad una infiammazione dell’orecchio e non ad un generico suo dolore. A loro discolpa bisogna dire che l’otite è comunque la causa più frequente che provoca il mal d’orecchio.

I soggetti più a rischio sono i bambini, le cui orecchie sono più delicate rispetto a quelle di un adulto. Sono infatti loro a risentire maggiormente di un accumulo di liquido nell’orecchio, la cui non fuoriuscita provoca l’infiammazione. Ad esempio l’acqua della doccia o del mare, che non defluisce dall’orecchio, può portare al lungo andare al mal d’orecchio prima, ad una infezione poi.

Il mal d’orecchio però può essere provocato anche da un repentino sbalzo di pressione atmosferica. Il caso più semplice è quello durante il decollo dell’aereo, quando sembra che le orecchie ci esplodano verso l’interno; alla stessa maniera quello di quando ci si immerge in profondità. I due casi sono identici: la pressione esterna cambia rapidamente rispetto a quella interna e per evitare la rottura del timpano (la membrana che subisce tale pressione) dobbiamo compensare ovvero ristabilire una adeguata pressione interna. Questo lo si fa tappandosi il naso e “spingendo con le orecchie” o gonfiando le guance il più possibile.

Se la pressione esterna non viene compensata, allora si può avere la rottura del timpano, che comporta un dolore ben superiore a quello dovuto allo sbalzo di pressione, oltre ad altri gravi problemi di udito.

Un tappo di cerume, cosi come un pezzetto di cotone staccatosi dal bastoncino per la pulizia delle orecchie comporta dolore. Queste sono cause per così dire normali, ma si è anche sentito di otorini che hanno dovuto togliere mini soldatini o piccole palline dalle orecchie (oppure dal naso) di bambini di 2 – 3 anni, la cui tendenza ad infilarsi giocattolini nei loro orifizi facciali è ben nota.

Infine una faringite porta ad un dolore riflesso all’orecchio, cosi come la malattia esantematica della parotite, meglio nota come orecchioni, che comporta l’infiammazione delle parotidi, le grosse ghiandole salivari del retrobocca, sotto le orecchie.


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Mal d'orecchio: Rimedi contro il mal d’orecchio

Il rimedio delle nonna più diffuso e comune per combattere il mal d’orecchio è quello di versavi all’interno alcune gocce, qualcuno dice un cucchiaino da caffè, di olio di oliva leggermente caldo. Anche questa volta la “nonna” sa il fatto suo ma, c’è un ma, bisogna fare attenzione. Questo metodo è valido solo per il mal d’orecchio provocato da cerume e senza la presenza di danni al timpano. Inutile dire che l’olio non deve essere troppo caldo o si rischiano ustione ben più gravi.

In pratica l’olio caldo tende a sciogliere il cerume e ad inglobarlo senza farlo poi solidificare. Al posto dell’olio di oliva, che chiunque possiede in casa, si può usare un qualche altro tipo di olio come quello d'arachide, di mandorle dolci o di vaselina. A questi si possono aggiungere qualche goccia di olio essenziale disinfettante come quello di rosmarino, timo, camomilla, o il più esotico

Melaleuca alternifolia.

Per lo stesso scopo si può usare anche l’acqua ossigenata, magari con l’aggiunta di un po’ di glicerina.

Quando invece il dolore è dovuto semplicemente per una lunga e difficile decompressione, senza che abbia provocato danni, alcune gocce di soluzione acquosa contenenti estratti di malva o di altea aiutano grazie alla loro azione lenitiva a far passare il dolore.

Nei casi in cui invece sono presenti infezioni virali o batteriche, oppure vi è la lacerazione del timpano, allora è d’obbligo una visita medica specialistica dall’otorino, il quale saprà valutare il danno e prescrivere la cura più idonea.


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