Passiflora

Caratteristiche della pianta

La Passiflora incarnata è una pianta ben nota sia dagli appassionati di erboristeria che dai cultori del giardino. Infatti è una pianta che vanta sia ottimi “poteri” erboristici che piacevoli tappezzature di verde delle pareti e rastrelliere degli orti.

Il termine passione ritorna in tutti nomi stranieri ad essa assegnati: passion flower in inglese (da non confondere con il passion fruit che è un’altra pianta e non ha alcun legame con la passiflora), passiflore in francese, passions blume in tedesco e passionaria in spagnolo.

Anche i nomi volgari italiani richiamano sempre la passione come passion de nossigneur, fiur d’passion, passion del signor, passionein e cosi via.

La pianta si presenta come una erbacea rampicante, la cui altezza dipende dagli appigli che trova nel suo cammino. Ha i fusti legnosi, quadrangolari e striati. All’interno sono cavi, mentre all’esterno è appena percettibile una peluria.

Le foglie sono alterne, ovali , stipolate e cuoriformi. Il margine ha una leggera seghettatura, mentre il colore è di un verde scuro. Dall’ascella delle foglie prendono origine i cirri che permettono alla pianta di legarsi ai sostegni che trova e di arrampicarsi verso l’alto.

I fiori sono terminali e molto caratteristici. Il peduncolo può essere lungo fino a 8 centimetri. Presentano un calice con 5 sepali spessi, verdi all’esterno, bianchi all’interno. Lòa corolla , sempre con 5 elementi, sono bianchi e dotati di moltissime appendici filiformi di color porpora.

Il frutto è una bacca carnosa, ovale e di un colore che va dall’arancione al rosso- bruno. All’interno sono presenti numerosi semi appiattiti.

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Coltivazione e origine

La Passiflora incarnata è una pianta originaria del Nuovo Mondo, fu trovata sia negli Stati Uniti al nord, che in Brasile e Perù nel sud.

Oggigiorno la sua coltivazione è diffusa in tutto il mondo sia a scopo medicinale che ornamentale, dato che la pianta è un ottimo rampicante, poco invasivo e a primavera-estate propone alla vista i suoi particolari fiori.

Si adatta bene a terreni aridi e leggermente sterili

Parti utilizzate

La passiflora è una pianta duttile di cui si utilizzano tutte le parti: foglie e fiori, frutti freschi e secchi. Nella Farmacopea Ufficiale Italiana viene riportata come droga le parti aeree, fiorifere e fruttifere essiccate, a conferma che tutta la pianta contiene principi attivi.

tecniche di raccolta

Per la raccolta dei frutti è quasi obbligatoria la raccolta a mano, dato che i frutti crescono tra le foglie e non esistono macchinari capaci della raccolta automatizzata.

Per le foglie sarebbe opportuno usare forbici o lame taglienti in modo tale da preservare la pianta e quindi permettere la raccolta anche negli anni successivi. Se invece si vuole sradicare, allora si possono usare dei mezzi meccanici.


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Proprietà e uso nella storia

La scoperta di questa pianta è datata 1569 da parte di Manardis, ma il nome le fu attribuito da papa Paolo V che nel suo fiore vide la “passione di Cristo”. Infatti egli identificò nei tre stili i chiodi della crocifissione, il calice come la corona di spine, le foglie come le lance romane, i viticci come le fruste.

Solo verso la seconda metà del 1800, si scoprirono le proprietà fitoterapiche sedative della passiflora, ma non erano sfruttate appieno poiché era ancora una pianta poco diffusa in Europa.

descrizione dei principi attivi

I principi attivi caratteristici del frutto della passiflora sono gli alcaloidi beta carbonilici del tipo dell’armano, come l’armano, l’arminio, l’armolo e l’armanolo. A questi alcaloidi si attribuiscono le proprietà spasmolitiche. Inoltre sono stati isolati anche glucosidi cianogenetici e costituenti flavonoidici quali la vitexina e l’iso-vitexina, cumarine e steroidi.

Anche nelle foglie e nei fiori sono stati trovati all’incirca le stesse molecole, ma con diverse percentuali. Ad esempio vi è una maggiore concentrazione dei composti flavonoidici,i responsabili dell’azione sedativa; per questo foglie e fiori sono più adatti per una tisana rilassante dopo cena.


Passiflora: Benefici e avvertenze

Antispasmodico

L’azione esercitata dagli alcaloidi carbonilici presenti nei frutti fa si che possano essere usati per placare gli spasmi dovuti ad epilessia e tremori. In questi casi è però sempre meglio chiedere consiglio al medico curante data la gravità della malattia.

Più indicato invece è il suo utilizzo per placare gli spasmi intestinali, come nel caso delle coliti, dolori mestruali o dismenorrea.

Sedativo

La sedazione, l’induzione del sonno, sono le più conosciute applicazioni per la passiflora. Dopo la valeriana è forse la pianta con il potere soporifero più efficace. Utile nei casi di insonnia, la passiflora riesce ad intervenire inducendo un sonno fisiologico, senza risvegli notturni o appannamenti mattutini, come quando ci si sveglia stanchi e sembra di non aver dormito per nulla. Questa capacità è data dal fatto che interviene deprimendo la zona motrice del midollo spinale, ma determina anche un aumento della velocità di respirazione.

Stati di nevrosi, ansiosi e angosce sono dei target preferenziali sul quale fare agire il potere sedativo della Passiflora.

Prodotti in commercio

In commercio esistono differenti tipi di preparati formulati contenenti la passiflora, come singolo componente o in una miscela. Le specialità allopatiche, con altre erbe sinergiche, sono quelle maggiormente diffuse.

Come prodotti erboristici devono contenere meno dello 0,3% di flavonoidi calcolati come iperoside; in caso di dosi superiori il prodotto non viene più considerato erboristico, ma medicinale e deve essere venduto solamente in farmacia dal farmacista.

Controindicazioni

Non somministrare alle donne in stato di gravidanza ed a bambini al di sotto dei dodici anni.

Avvertenze

L'uso di prodotti a base di passiflora provoca sonnolenza andando ad interferire con la capacità di guidare autoveicoli o di usare macchinari.

I recipienti contenti passiflora devono essere conservati al riparo dalla luce ed essere ben chiusi.


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