Artemisia

Caratteristiche della pianta

Sotto il termine Artemisia si raccolgono numerose specie di piante, circa 200, alcune conosciute, come l’Artemisa vulgaris e la umbelliformis; altre poco note ma non meno utilizzate, come l’absinthium, brevifolia,californica, mexicana.

Sono tutte piante erbacee, con foglie alterne pennattosette, ovvero profondamente incise tanto da sembrare “frangiate”. Caratteristico è il loro colore verde scuro sul dorso glabro e grigio argenteo, a volte con la presenza di peluria, nella parte ventrale.

I fiori sono dei capolini raccolti in infiorescenze racemali o paniculari.

Il frutto è un achenio sprovvisto di pappo, glabro e quasi lucido.

Comunemente questa pianta viene chiamata Assenzio, dal nome di una bevanda alcolica molto in auge nell’Ottocento, e alla quale si devono intossicazioni-allucinogene.

Pianta dell'Artemisia

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Origine e coltivazione

Fiori di ArtemisiaIl nome Artemisia risale all’antica Grecia, in quanto era la pianta consacrata alla dea Artemide, Diana per i romani. Ma non si può assegnare all’Artemisia un luogo di origine, in quanto la sua storia si perde nella notte dei secoli. Ed essendo a quei tempi conosciuta la sola Europa, si fa risalire a questo continente la sua origine.

La sua diffusione odierna è però pressoché mondiale, anche se limitatamente alle zone temperate.

È una pianta che ben si adatta alle varie altitudini, fino ai 1500 metri, a condizione che il terreno sia a pH basico e in prevalenza calcareo e/o siliceo, asciutto ed una esposizione a pieno sole.. Non esige particolari cure nutrizionali, ma pare gradire un maggior apporto di fosforo e potassio.

La produzione dell’Artemisia avviene per lo più da seme, piantato in semenzaio a cause delle ridotte dimensioni e fragilità, per poi essere trapiantato in terreno quando la piantina si è già sviluppata.

Le parti utilizzate sono le foglie e i fiori. Usate fresche o secche, insieme o singolarmente. Più spesso vengono associate ad altre piante per potenziarne l’effetto desiderato.

tecniche di raccolta

La raccolta non richiede particolari attenzioni. Si recidono fiori e foglie, che possono essere poste insieme o separatamente a seconda dell’uso che si intende farne. Essendo una pianta medicinale-aromatica, si consiglia di effettuare la raccolta nel periodo balsamico (giugno-luglio), ovvero poco prima della fioritura, quando i principi attivi sono ai massimi livelli.


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Proprietà e uso nella storia

Le foglie dell’Artemisia sono ricche di sesquiterpeni lattonici come la absintina che dona il caratteristico sapore amaro e aromatico, oltre ad conferire un odore pungente. La presenza di santonina conferisce la proprietà vermifuga, mentre il tujone la tossicità.

Sappiamo che era conosciuta ed utilizzata fin dall’antica Roma, in quanto ne ritroviamo riscontro in alcuni scritti di Apuleio e di Catone, dove la consigliano per alleviare la fatica del pellegrinaggio.

Nel medioevo si sfruttavano le sue proprietà stomachiche, utilizzandolo quotidianamente nell’insaporire piatti particolarmente pesanti da digerire come montone, oca e maiale.

Nel Nuovo Continente, invece, è ampiamente usata nei rituali sacro-magici, sicuramente per l’effetto del tossico (psichedelico-narcotico) di uno dei sui principali composti, il tujone.

La massima diffusione si ebbe in Europa nella seconda metà dell’800, quando era di moda bere l’ ”assenzio”, distillato di artemisia altamente alcolico. L’eccessivo uso e l’alta concentrazione di tujone portò all’insorgere absintismo, una sorta di dipendenza alcolica, che lo fece bandire fino a giorni nostri.


Benefici

Effetto stomachico - colagogo: è la capacità di questa pianta di stimolare l’attività digestiva nella sua totalità. Sia a livello dello stomaco, che della cistifellea (colagogo) con un aumento di rilascio di bile, che a livello della muscolatura.

Effetto vermifugo: è uno dei benefici più efficaci dell’artemisia. L’azione, che si esplica grazie all’azione della santonina, è tanto efficiente che agisce anche sui vermi parassiti, come gli elminti, di difficile eliminazione.

Azione tonificante: il fitocomplesso in toto presenta una azione energetica generale su tutto il corpo. Il suo effetto è più che al caffé è paragonabile a quello del ginseng, ma nettamente inferiore come intensità.

Effetto antimalarico: è dato dalla molecola dell’artemisinina, capace rimuovere parassiti con una bassa percentuale di aggravamento, eliminando anche i sintomi associati alla malaria. Questa molecola è la nuova frontiere contro la malaria, dato che i vecchi farmaci cominciano a non funzionare più a causa della resistenza sviluppata dal Plasmodium falciparum.

Effetto antipiretico - diaforetico: è la capacità che ha la pianta di abbassare la temperatura corporea grazie alla sudorazione (diaforismo) e far sparire la febbre (senza però eliminare la causa). Azione utilizzata per combattere la febbre gialla.

Effetto antispasmodico – antiepilettico: per questo azione si utilizza l’olio essenziale estratto dalla radice. Usato molto in omeopatia come tintura madre.


Artemisia: Prodotti in commercio e avvertenze

In commercio non si dovrebbero trovare prodotti erboristici, in quanto la pianta è catalogata come medicinale e quindi la sua somministrazione può avvenire solo in farmacia o presso un medico.

Infatti la Farmacopea Nazionale riporta delle ricette di tisane all’assenzio con genziana, scorza di arancia amara centaurea, corteccia di cannella.

In liquoreria, invece, è utilizzata per la preparazione del gineprì e del vermouths. E ultimamente anche per la produzione del famoso Assenzio, che grazie alla tecnologia e conoscenza moderna, non presenta la molecola tossica del tujone.

Controindicazioni

La somministrazione prolungata e continua può provocare malessere, vertigini, convulsioni.

Da non assumere in allattamento o in stato di gravidanza.

Avvertenze

Rivolgersi sempre al medico curante prima di assumere qualsivoglia preparato a base di Artemisia.

La produzione del liquore assenzio per conto proprio è altamente sconsigliata causa presenza della tossina tujone.



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