Rosa canina

Caratteristiche della pianta

La rosa può ben considerarsi la più nobile tra i fiori per la sua bellezza, per il suo profumo e i suoi colori più svariati e attraenti. Da sempre ai vari colori della rosa sono stati attribuiti significati ben precisi come quella rossa per la passione degli innamorati, e non a caso è il regalo per San Valentino, quella gialla indica l’amicizia mentre la bianca la purezza e così via.

La sua bellezza però oscura le sue proprietà erboristiche di cui pochi sono a conoscenza. Tra le tante specie e varietà conosciute, la più adatta ai nostri scopi è la rosa canina, o rosa selvatica, nonostante anche le altre siano comunque sfruttabili anche se con meno efficacia.

Rosa canina L., è anche il nome botanico di questa specie, chiamata anche rosa di macchia, rosa di fratta, rosa selvatica, rosa delle siepi, rosa matta, rosa macchiajola, rosa scacaciosa, cinorrodu, fusighitu, rullarin.

Anche nelle quattro principali lingue europee, inglese, francese, tedesco e spagnolo, il suo nome rimane praticamente uguale: dog rose, rosier des chiens, waldrander-rose o Hagebutte, escaramujo o rosal silvestre.

La rosa fa parte dell’omonima Famiglia, le Rosacee.

Si presenta come un arbusto piuttosto cespuglioso, che raggiunge l’altezza anche di 3 metri. La radice è lunga e serpeggiante, con una consistenza fibrosa e legnosa che la rende particolarmente dura.

Dal fusto cilindrico ed eretto si dipartono a varie inclinazioni diversi rami spinosi, più folti alla base.

Le foglie alterne sono composte imparipennati; ovvero quello che sembra un ramoscello con 5 o 7 foglie di cui una posta al vertice finale, è un’unica foglia. È proprio la psudo fogliolina terminale che ci indica che il tutto è un’unica foglia poiché in quel punto non può avvenire la crescita in lunghezza del “ramoscello”.

I lobi, o pseudo foglioline, sono di forma ovale o ellittica, glabre e con margine seghettato. Le foglie vere e proprie presentano due stipole saldate al picciolo.

Il fiore, la parte più rappresentativa della pianta, è regolare, ermafrodite e solitario, anche se non è raro che si vedano crescite a corimbo, ovvero più fiori che si originano da un medesimo punto. I petali sono 5 con un’unghia breve e un lembo allargato. La loro colorazione è varia, molto dipende dagli incroci, ma il rosa e il bianco sono i più comuni allo stato selvatico.

La rosa canina presenta un falso frutto (che viene scambiato per il frutto), ovvero il ricettacolo ingrossato di colore arancio inteso-rosso, liscio. Al suo interno vi sono numerosi frutticini, che erroneamente vengono chiamati semi.

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Coltivazione e origine

L’origine si perde nella notte dei tempi, tanto che oggi è diffusa in qualsiasi angolo dei principali continenti.

La possiamo andare a raccogliere nelle siepi, nei boschi e nelle macchie. Sia del piano che nelle prime zone montane.

Per crescere bene le rose necessitano esposizioni molto luminose, soleggiate.

Il terreno deve essere leggermente acido, anche se quello calcare è tollerato, di composizione mista né troppo sabbioso né troppo argilloso. Bisogna dare generose concimazioni con letame maturo o compost per giardini preconfezionato.

Parti utilizzate

La droga della rosa canina è ricettacolo ingrossato, erroneamente chiamato frutto, per la sua eccezionale abbondanza di vitamina C, raccolto a fine estate quando è maturo.

Sebbene non siano considerati una sua vera e propria droga, anche i petali possono venir considerati tali, dato che si usano sia in infusi aromatizzanti che per l’estrazione di essenze.

Dato che per aver i frutti bisogna che i fiori siano impollinati e che si trasformino, non si possono raccogliere sia i petali che i ricettacoli contemporaneamente dalla medesima pianta.

tecniche di raccolta

La raccolta dei ricettacoli avviene a mano, con il passaggio nel roseto con un semplice paio di forbici, con le quali si taglieranno.

Medesimo procedimento per la raccolta dei fiori. Questi ultimi però dovranno poi subire una ulteriore trattamento in cui avverrà la separazione tra i petali e il ricettacolo non ancora ingrossato, prima di venire messi nel distillatore per l’estrazione delle essenze.


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Proprietà e uso nella storia

Il nome di canina deriva dal fatto che in passato le sue radici venivano utilizzate in decotto come rimedio contro la rabbia trasmessa dai cani. Veniva sia fatto bere il succo del decotto che applicati dei cataplasmi sulla parte del corpo morsicata. Cura del tutto inefficace.

descrizione dei principi attivi

Nella descrizione dei componenti chimici attivi bisogna differenziare tra petali e “frutti” poiché il fitocomplesso è differente, anche se ovviamente vi sono elementi comuni.

Ricettacoli: in questi troviamo principalmente vitamina C, in concentrazioni tali che risulta essere la fonte naturale principale di tale vitamina, tanto che la rosa canina viene coltivata soprattutto per la sua estrazione. Si sono trovate concentrazioni che arrivano anche al 5% di acido ascorbico, ma purtroppo questo scende al 1% quando la droga viene sottoposta ad essiccazione.

Oltre alla C, si può estrarre anche un buon quantitativo di vitamina A. In aggiunta troviamo diversi acidi, come il malico, il citrico, il nicotinico. Zuccheri e alcuni tannini. Presenti anche carotenoidi e flavonoidi con una attività simile alla vitamina P.

I petali invece contengono olio essenziale. La sua concentrazione è particolarmente bassa, un livello tale che in altre piante la sua estrazione non avrebbe ritorno economico, ma è particolarmente ricercato e pregiato che il suo valore economico fa rientrare nei costi (c’è da specificare che a tale scopo, più che la rosa canina si utilizza la rosa damascena, che è quella più ricca di olio essenziale).


Rosa canina: Benefici e avvertenze

Vitamina C

Come già detto, la rosa canina è la principale fonte naturale da cui l’industria ricava la vitamina C.

Gli infusi e le tisane, sebbene riescano ad estrarla poiché è idrosolubile, ne distruggono la maggior parte, dato che è particolarmente termolabile.

Astringente

Ben più efficace e meno conosciuto è il potere astringente intestinale che si ottiene con gli infusi sia di petali che di foglie, oppure con i decotti di radice. La sua applicazione trova impiego negli vari stati diarroici, come nelle dissenterie e in presenza di infiammazioni intestinali; riduce gli attacchi, ma non elimina la causa che ha li ha prodotti.

Schiarente – tonificante cutaneo

È una delle applicazioni migliori in campo cosmetico, anche se va “fatta e applicata”. Affinché si ottenga l’effettivo schiarimento della cute, bisogna preparare e applicare nel giro di una ora, massimo due, un omogeneizzato ottenuto dai frutti freschi. Questa maschera, oltre che schiarire la pelle, dona anche un effetto levigante e tonificante, ottimo per le pelli “stanche” soprattutto del viso.

Per tonificare si può usare anche la sola acqua di rose, ovvero l’acqua residua, usata per estrarre l’olio essenziale. In queste acque, infatti, permangono alcune sostanze idrofile e aromatiche, che la rendono indicata per pelli delicate e affaticate, donando elasticità e tonicità anche con soli semplici impacchi. Inoltre risulta essere anche un ottimo profumo per bagni, docce e aromaterapia, e per la produzione di colonie all’acqua di rose.

Prodotti in commercio

In erboristeria si trovano preparati per tisane e infusi con petali e/o frutti di rosa, la cui indicazione principale è quella rilassante, anche se in effetti questa è non è stata del tutto comprovata.

Si vendono anche boccette, rigorosamente scure, di olio essenziale e di acque di rosa. I prezzi, in rapporto al quantitativo, sono però piuttosto alti data la bassa resa di estrazione.

Nella produzione alimentare si cerca di spingere la vendita di una particolare marmellata, quella di petali di rosa, con i quali si preparano anche delle torte. Anche l’acqua di rose viene usata per aromatizzare vari tipo di dolciumi.

Controindicazioni

L’utilizzo di rosa canina non comportata alcuna controindicazione.

Avvertenze

Nessuna in particolare


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