Makuna pruriens

Caratteristiche della pianta

La Macuna (o Makuna) pruriens è una pianta molto particolare, con un’interessante prospettiva d’impiego farmacologico per una futura, o almeno si spera, cura contro il Parkinson, o almeno come attenuatore della malattia. Questa pianta è infatti ricca di L-dopa, un precursore della dopamina, la mancanza della quale nel cervello causa i deficit propri dei parkinsoniani.

Come sempre, però, da qui alla produzione di un farmaco funzionante ci passerà parecchio tempo, ma intanto si studiano gli effetti della pianta.

Questo arbusto è anche conosciuto con il semplice del suo Genere, macuna, pur esistendo altre specie senza le sue proprietà o almeno in forma molto più blanda.

Altri nomi con cui è chiamata sono quello di nescafè, poiché è talvolta usata come un surrogato del caffè, ma non è da confondere però con la famosa e omonima marca di caffè solubile; fagiolo del Rio Negro; Pica-pica.

In inglese è chiamata Cow-hage o Cow-Itch, in tedesco è la Juchbohne o Juckborste; in francese invece Pois à gratter o Pois pruritant.

La denominazione botanica di Mucuna pruriens D.C. è solo quella più impiegata poiché ne esistono molte altre: M. prurita Hook, M. atropurpurea F.Vill., Carbopogon pruriens Roxb., Dolichos pruriens L..

Appartenente alla Famiglia delle Favacee, è come le piante sue affine, un legume che fissa l'azoto e fertilizza suolo. I suoi germogli freschi o fagioli sono usati come alimento per i ruminanti e anche per l’uomo. In questo caso però vanno lasciati a bagno per 24/48 ore prima di venire cotti; inoltre l’acqua d’ammollo deve essere cambiata più volte. Ciò deve avvenire per evitare che possano essere eliminate le sostante tossiche per l’uomo (ma non per i ruminanti).

La macuna cresce come un arbusto perenne e con le sue lunghe viti di anche 15 metri si arrampica su tutto ciò che trova. Quando è giovane, la pianta è completamente ricoperta di peli urticanti, mentre quando è vecchia, diventa glabra.

La peluria, come detto è molto urticante, a causa della presenza di una proteasi, la mucunaina. Se si viene a contato con questa peluria si viene letteralmente assaliti da un incontrollabile e persistente prurito, a cui difficilmente si resiste. Il fregare la parte colpita però provoca un danno doppio: oltre ovviamente a rendere la cute sempre più rossa senza accenno di sollievo, se successivamente ci si tocca un’altra parte del corpo, anche questa inizierà a prudere.

Le foglie sono piuttosto grandi e tripinnate, fornite di un lungo picciolo. Crescono alternate a gruppi di tre.

I margini sono crenati e l’apice e acuminato.

I fiori hanno vari colori, possono avere petali bianchi, lavanda o viola purpurei, raggruppati in numero minimo di tre in pannocchie disposte assialmente.

I frutti sono dei grossi baccelli, come tutte le leguminose. Crescono in maniere contorta prendendo la forma di S. sono anch’essi come tutta la pianta ricoperti di peli urticanti di colore dorato o rossastro. Per tutta la lunghezza del baccello è presente una cresta.

All’interno del frutto sono contenuti dei semi lucidi di colore nero o marrone. Sono piuttosto grandicelli ma questo non impedisce che il baccello ne possa contenere ben sette.

La loro forma è ellissoide e regolare, come i comuni fagioli, possono raggiungere la lunghezza di 2 cm e lo spessore di ben 6 centimetri.

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Coltivazione e origine

È una pianta originaria delle zone tropicali, dove cresce rigogliosa.

Possiamo ritrovarla nell’Asia del sud, per lo più in India e Sri Lanka, ma anche in Africa e nei caraibi e in sud america.

Nel Mozambico li chiamano “fagioli pazzi” per la mania incontrollata di grattarsi dovuta alla presenza di peli urticanti. Il prurito viene alleviato con impacchi di tabacco grezzo umido oppure, come avviene in India, con l’applicazione di sterco di vacca.

Tendenzialmente non è una pianta invasiva, ma in alcune occasioni è stato notato come possa prevaricare tutte le altre specie e diventare un problema per le coltivazioni vicine.

Parti utilizzate

Si può lavorare tutta la pianta, ma sono i semi la vera e più conveniente droga.

tecniche di raccolta

La raccolta avviene a mano staccando con le forbici, ma anche semplicemente con le dita, i baccelli contenenti i semi. Dopo di che si separano gli involucri dal loro contenuto.


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Proprietà e uso nella storia

Tradizionalmente le tribù che potevano raccoglierla, la utilizzavano come antidoto contro il veleno di alcuni serpenti. La ricerca ha testato i suoi effetti contro una specie di cobra e due di vipera, ottenendo risultati incoraggianti per la produzione di un possieile antidoto.

Più spesso è stata, e lo è ancora, una pianta da foraggio per ruminanti. I suoi fagioli sono mangiati anche dall’uomo, ma in questo caso ricordiamo che vanno lasciati a mollo per almeno 24 ore prima di cuocerli, per eliminare le tossine tossiche per l’uomo ma non per i ruminanti.

Nel Benin e nel Vietnam la sua coltivazione è sfruttata per il controllo biologico della problematica crescita dell’ erba Imperata cilindrica (una graminacea che in estate diventa color rosso fuoco).

descrizione dei principi attivi

I semi contengono un’elevata percentuale di proteina grezza, dal 20% al 35%, e un altrettanto quantitativo di fibra.

Il principio attivo che ha attirato l’attenzione dei ricercatori è però la presenza della L-dopa (levodopa), un precursore della dopamina, che raggiunge concentrazioni pari a 6% nei semi. Nelle foglie invece ne è stata riscontrata una percentuale molto inferiore, solamente un massimo dello 0,5%.

In aggiunta, contiene serotonina, nicotina, bufotenine e 5-MeO-DMT (leggi come 5-metossi-dimetiltriptammina), una sostanza psichedelica che però è presente anche nell’organismo (sembra che sia la responsabile dei sogni). Come tale, esso potrebbe avere effetti psichedelici, ed è presumibilmente stato utilizzato in preparati ayahuasca


Makuna pruriens: Benefici ed avvertenze

Antiparkinson

Il levodopa è il diretto precursore del neurotrasmettitore dopamina. supera più facilmente la barriera encefalica e una volta entrato nella zona cerebrale si trasforma in dopamina, andando a colmare la mancanza di questa sostanza data dal Morbo di Parkinson. Cosi si attenuano i sintomi come i tremori. Però, ovviamente, una volta consumata, i disagi della malattia tornano nuovamente a manifestarsi in maniera molto evidente.

È stato dimostrato che una dose di 30 grammi induce gli stessi benefici che si ottengono con la levodopa pura o il carbodopa, due trattamenti principali contro il Parkinson. Però non ci sono ancora dati sugli effetti a lunga data.

Andipressivo

Essendo una fonte indiretta per l’aumento di dopamina, la mukana pruriens è usata anche per contrastare gli stati depressivi. Infatti la mancanza di dopamina è responsabile anche dei nostri stati di nevrosi depressiva: e il regolatore dell’umore.

Antipilettico

L'estratto etanolico delle foglie di makuna hanno dimostrato un’azione antiepilettica, probabilmente per la contemporanea presenza di dopamina e serotonina. Sta di fatto, però, che questi risultati sono stati ottenuti solamente in laboratori e su delle cavie. Non si hanno alcuni dati per quanto riguarda la sua azione sull’organismo umano.

Prodotti in commercio

Nel mercato, soprattutto quello su internet, si trovano facilmente le forme farmaceutiche solide, come compresse e capsule. Alcuni si siti propongono anche estratti alcolici o acquosi. Vista la pericolosità di questi semi, sarebbe opportuno evitare di assumere prodotti contenenti makuna, a meno che non si sia certi dell’azienda che li produce e delle procedure di lavorazione.

Controindicazioni

Da non consumare se si stanno assumendo farmaci antidepressivi.

Avvertenze

Non sostituisce né integra in nessuna maniera i farmaci anti Parkinson.



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