Gelso - Morus Alba

Caratteristiche della pianta

Il gelso nero o più semplicemente gelso è un albero identificato botanicamente con il nome di Morus nigra L., fratello maggiore del Morus alba L., cioè della rovo di more.

Entrambe le piante sono pressoché prive di attività fitoterapica, ma forse il più interessante è il gelso nero perché dalle sue more si ricavano sciroppo e coloranti utilizzabili nell’industria farmaceutica e alimentare.

Tra i sinonimi, tutti richiamano la colorazione nera delle sue more: seausa nera, moro nero, amoura, moron negar, morar negro, morr nigar, zels nigar e gessa niedda.

È un albero solido,della Famiglia delle Moraceae, che se lasciato crescere può arrivare a misurare anche 15 metri, sviluppando una folta chioma rotonda grazie ai lunghi rami divaricati di colore rosso bruno.

Le foglie sono alterne, molto pelose su entrambe le pagine e con un breve picciolo accompagnato da due stipole. Il lembo fogliare è coriaceo, ovato rotondo con apice acuminato, con margine situato o crenato. Raramente presenta piccoli lobi.

I fiori possono essere monoici o dioici, ma sempre di colore verdastro, raccolti in amenti.

Gli amenti maschili sono cilindrici e un po’ compressi e presentano un perigonio quadripartito e quattro stami. Quelli femminili, invece sono ovali e pedicellati, con un perigonio di 4 sepali liberi.

La fioritura avviene ad aprile maggio.

Il frutto è un achenio che viene incluso nel perigonio che diviene carnoso e succulento (la mora) di colore rosso che diventa nero - violastra a maturità, nel mese di giugno.

I semi sono piccoli con un albume carnoso.

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Coltivazione e origine

È un albero originario dell’Asia minore, più precisamente dell’Iran, dal dove poi è stato introdotto in tutta l’area mediterranea.

È coltivato su tutte le altitudini dalla pianura alla montagne dell’Europa meridionale. È una pianta che si non richiede particolari condizioni climatiche e si adatta facilmente.

In Italia fu importato per la coltivazione del baco da seta, il quale si ciba di questa pianta (cosi come della Morus alba. Una volta abbandonata questa attività, iniziarono a sparire anche gli alberi, ma a tutto oggi ne sono rimasti molti sparsi, soprattutto al sud.

È una pianta che può essere definita rustica, dato che non ha un substrato ideale sul quale cresce, sia esso pesante o sciolto, il gelso metterà facilmente radici. Anche per quanto riguarda le annaffiature si può soprassedere lasciando che sia la Natura con le sue piogge a dissetarlo. Sebbene sopporti bene i periodi di siccità estiva anche prolungati, se vogliamo che cresca rigoglioso e sano è bene non farlo soffrire e innaffiarlo almeno una volta al mese.

La propagazione avviene per seme, che può essere piantato in semenzaio o in campo aperto nei primi mesi dell’anno, in modo tale che entro l’autunno siano già spuntate giovani piantine.

Di solito i rami rotti, ma non distaccati, mettono radici se toccano il suolo (molto similmente alla propaggine).

Parti utilizzate

Si potrebbe pensare che la droga della pianta siano le more, dato che sono eduli, ma in realtà sono le foglie, la radice e la corteccia ad avere quelle leggere quasi impercettibili attività fitoterapiche.

Tecniche di raccolta

La raccolta avviene semplicemente tagliando con una forbice le foglie sull’albero, con l’ausilio di una scala per arrivare nei punti più alti.

Oppure si tagliano prima i rami con consistente e semplice taglio netto rasente alla parte superiore del tronco; una volta finito si staccano le foglie.

La raccolta avviene nei mesi estivi, luglio e agosto, dopo che la pianta ha fruttificato.


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Proprietà e uso nella storia

Vista la sua duttilità e la resistenza all’inquinamento cittadino, spesso è usato per alberare i viali, che in un attimo divengono verdi ed eleganti. Però non viene mai considerato il fatto che i frutti maturando cadono per terra macchiando il marciapiede e lasciando un lastricato veramente lurido; come se non fosse abbastanza, uccelli sono ghiotti di more e se ne cibano avidamente, lasciando poi i loro bisogni colorati sul posto.

Sembra che i frutti fossero apprezzati già ai tempi di Ovidio e di Plinio il Vecchio.

Sempre i frutti erano considerati una panacea: infatti se ne ricavavano medicamenti di potenza straordinaria.

descrizione dei componenti:

Tra i componenti chimici troviamo l’adenina, l’aminopurina che entra a far parte anche della formazione del dna, acido folico, aldeide, acido acetico, acido isobutirrico e acido propionico.

Ma anche glucosio, asparagina, sostante proteiche, tannino, carbonato di calcio, manganese, biossido di silicio e rame.


Gelso: Benefici e avvertenze

Astringente

Per la presenza dei tannini, le foglie di gelso hanno un leggero effetto astringente sfruttabile nel caso di feci molli. Non nei casi di diarrea poiché non si trarrebbe alcun giovamento.

Glicoregolatrice – ipoglicemizzante

Anche in questo caso si tratta di proprietà blande, al limite dell’inutilità.

In medicina popolare vengono fate delle preparazioni acquose con cui fare i gargarismi contro le infiammazioni della faringe. Ai frutti invece vengono attribuite proprietà lassative.

Antinfiammatorio

Da alcuni studi scientifici è risultato che un estratto di foglie di moro abbia dato dei risultati chiari e interessanti come antinfiammatorio. Sono però risultati da laboratorio dove gli effetti antinfiammatori e inibitori alla formazione di tessuto granulomatoso sono stati valutati su edema indotto sulle zampe di ratto. Ben lontani dall’applicazione all’uomo.

Alla radice si ascrivono proprietà purgative e diuretiche. Alla corteccia, invece, quelle a carattere cicatrizzante e disinfettante. In entrambi i casi però non ci sono studi scientifici che ne attestino l’oggettività.

Prodotti in commercio

Difficilmente si trovano in commercio preparazioni che contengono foglie di gelso.

Controindicazioni

Non sono state riscontrate interazioni con altri farmaci.

Avvertenze

Nessuna.


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