Epilobio - Epilobium angustifolium

Caratteristiche della pianta

Con il nome Epilobio, ci si riferisce ad un genere che raccoglie diverse specie, caratterizzate da avere l’inserzione epigina della corolla; che tradotto al greco porta al nome prima citato.

Tra i nomi più conosciuti dell’Epilobium angustifolium L. scopriamo esserci quelli come gambi rossi, garofanino di bosco, sfènice, behen rosso e camedrio.

In inglese è chiamato rosebay, mentre in francese epilobe a epis; wald – weidenroschen in tedesco.

È una pianta erbacea perenne, della famiglia delle Oenotheraceae, che arriva all’altezza massima di un metro mezzo. Il fusto è glabro, eretto e ramoso, solitamente è rossastro.

Le foglie sparse sono oblunghe lanceolate o ellittiche e mancano del picciolo (ovvero sono sessili). Il margine è dentellato o ondulato e la nervatura è reticolata.

I fiori, sessili e a portamento sciolto, vanno dal rosa porpora al violaceo e sono riuniti in delle infiorescenze a grappolo racemoso o a spiga. I sepali acuminati e porporini sono quattro. Quattro sono anche i petali obovati e interi.

Gli otto stami formano un arco o una cupola sopra l'ovario, verde e carnoso, sulla cui superficie superiore è secreto del nettare.

Un ovario a quattro logge darà origine a una capsula lineare a quattro valve, che si aprono a maturità, liberando numerosi semi di colore marrone o nero, spesso con un ciuffo di peli (pappo piumoso).

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Coltivazione e origine

È un genere molto diffusa in Europa, anche se solo in maniera sparsa e non estesa.

La coltivazione è scarsa e il prodotto utilizzato arriva quasi esclusivamente dallo spontaneo dei paesi dell’ex Jugoslavia e dalla Romania e Ungheria.

Crescono lunghe le rive dei fiumi; dove l’ambiente risulta umido come nelle boscaglie. Alle volte sono stati ritrovate crescite spontanee in città, in terreni appena puliti dai rifiuti di edifici demoliti.

In America si è notato che è una delle prima piante a crescere sui terreni ripuliti dai fuochi; per questo motivo, negli USA è più conosciuta con il nome di Fireweed, ovvero erba del fuoco.

Il terreno prediletto è quello pesante che non dreni e rimanga umido. Caso mai si avesse a disposizione un terreno più leggero, allora c’è bisogno di abbondanti annaffiature, soprattutto nei mesi estivi, per evitare che la pianta si secchi.

La sua propagazione avviene per seme o per divisione dei rizomi. Per la semina è preferibile usare semi freschi, mentre per i rizomi bisogna accertarsi che ogni sezione abbia almeno una piccola pianta già formata, in modo da poterli metterli subito a dimora.

Parti utilizzate

La droga di questa pianta è costituita da pezzetti di fusto, frammenti di foglie verdi intenso e raggrinzite e poche parti di fiori e frutti. In pratica da tutta la pianta con l’esclusione della radice.

Le foglie sono quella con la maggior attività, che si concentra subito prima e dopo la fioritura, che avviene in luglio e agosto.

Tecniche di raccolta

La raccolta avviene dallo spontaneo con il taglio con un paio di forbici o una lama.


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Proprietà e uso nella storia

Impiego nella storia

Le foglie dell'epilopio sono state spesso utilizzate come succedaneo del the, ma per lo più il loro utilizzo è stato fatto come adulterante, per aumentare la massa del fogliame di the e quindi guadagnare di più nelal vendita della bevanda dorata.

In Russia venivano usati, ed lo sono ancora tutt’ora, l’Epilopium hirsutum e angustifolium per preparare una tisana dal nome Kaporie Tea.

I giovani germogli erano bolliti e mangiati come gli asparagi.

Principi attivi (descrizione dei componenti)

Tutte le specie di epilobio contengono flavonoidi, soprattutto derivati di kampferolo (con potere antinfiammatorio), della quercitina e della mircetina.

Sono presenti anche fitosteroli (β-sitostirolo) e derivati dell’acido gallico e dell’acido tannico; sono state rilevate anche mucillagini, pectine, sali organici e un olio etereo.


Epilobio: Benefici e avvertenze

Antiprostatico

È una delle piante con un effetto antiprostatico più forte. In particolare l’Epilobium parviflorum Schreb. Viene impiegato in modo soddisfacente nel trattamento dell’iperplasia benigna prostatica, sotto stretto controllo medico, ovviamente. Nonostante sia cosi attiva ancora è poco sfruttata e soprattutto non si è ancora isolata la vera molecola responsabile dell’azione.

Usato anche nei disturbi della minzione associata ai problemi da infiammazione prostatica.

Antinfiammatoria

La specie angustifolium, ha sorprendentemente dimostrato una forte azione antinfiammatoria contro gli edemi, riuscendo a ridurre la liberazione delle prostaglandine, responsabili dell’azione infiammatoria.

Antibatterico

L’estratto totale della pianta ha dimostrato di avere proprietà antibatterica su una grande varietà di batteri sia gram positivi che gram negativi, su test effettuati in vitro. Si aspettano dei risultati positivi anche in vivo e soprattutto il modo per poter sfruttare questa sua attività.

Antiossidante

Strettamente correlato all’azione antiprostatica è quella antiossidante. Gli studi effettuati sugli estratti di radici, foglie e fiori, hanno dimostrato che tutti e tre posseggono la capacità di catturare i radicali liberi (azione scavanger) che può essere sfruttata sia internamente che esternamente (come creme e lozioni).

Antidiarroica – astringente

Prescritta nelle medicina popolare come antidiarroico contro le enteriti croniche e persino contro il colera. Attività che si è dimostrata efficace.

Prodotti in commercio

In commercio praticamente non vi sono preparati, forse anche per il fatto che in Italia è praticamente sconosciuto il suo utilizzo.

Anche in Germania, il paese con la più cultura fitoterapica, risulta essere usata empiricamente senza dar luogo a preparati specifici.

Si avesse a disposizione la pianta, si potrebbero preparare infusi con 1,5 – 2 grammi di droga finemente tagliata e filtrando il tutto dopo 10 minuti di immersione.

Si potrebbe preparare anche i decotti, da utilizzare come cataplasmi contro gli edemi.

Controindicazioni

Usare con cautela dato che non sono note interazioni con i farmaci per i pochi studi scientifici.

Avvertenze

In caso di prostate è indispensabile il consulto con il medico.



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